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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 09:45.

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«Il problema non è leggere o no Novella 2000, il problema è leggere solo Novella 2000». Così recitava nel 2001 Stefano Accorsi, nei panni di Andrea, nel film "Santa Maradona". Dal primo rapporto sulla promozione della lettura in Italia, presentato il 18 marzo a Roma, emerge un quadro ancora più allarmante.
I dati fanno riferimento al 2012 e, benché incompleti, rappresentano un ottimo strumento per fare più di una riflessione. L'anno scorso soltanto il 46% degli italiani ha letto almeno un libro, tra questi il 51,9% sono donne e il 39,7% uomini; per tracciare un paragone è utile sapere che tali numeri lievitano fino all'82% nel caso della Germania, al 70% in Francia mentre, in Spagna, il 61,4% degli intervistati si concede la lettura di (almeno) un libro.

Le brutte notizie non arrivano mai sole e, infatti, questo scarno 46% non solo ci pone nella parte bassa della classifica dei lettori ma rappresenta una crescita rispetto al 2011 (45,3%). Nel 2010 invece gli italiani dediti alla lettura erano il 46,8%, dati alla mano tra il 2010 e il 2011 sono state più di 700mila le persone che hanno sacrificato i libri.

Pessimismo a parte, il bicchiere è comunque mezzo vuoto: un italiano su due non legge affatto, a patto che leggere uno o due libri all'anno sia sufficiente a guadagnarsi la definizione di lettore, titolo che spetterebbe solo al 18,4% degli italiani i quali, stando al rapporto, leggono dai 4 agli 11 tomi e, sempre secondo il report, i "lettori forti" (coloro che leggono almeno 12 libri) sono il 6,3% della popolazione. Questi due ultimi dati, in numero di anime, fa circa 14milioni.

Con l'aumentare della scolarizzazione c'è stato un boom di lettori che però si è diluito nel tempo. Nel 1965 (circa 50 anni fa) un italiano su sei leggeva almeno un libro all'anno, percentuale più che raddoppiata (dal 16 al 38%) a fine anni '80; per superare la soglia del 40% si è dovuto aspettare il 1996.
Anche dal fronte dei quotidiani arrivano pessime notizie: il 52% degli italiani dichiara di leggerli almeno una volta la settimana, crolla a 36 la percentuale di chi li legge almeno cinque volte in sette giorni. Gioca un ruolo fondamentale il web ma è pur vero che la Rete non cambia di molto il livello socio-economico e i fattori legati al contesto ambientale, culturale e sociale che sono alla base dei comportamenti di lettura.

La tecnologia però può essere ancora una volta fondamentale: nel 2011 gli italiani hanno speso 131milioni di euro per l'acquisto di un e-book reader (contro i 16milioni dell'anno prima) e 472milioni (contro 210milioni) per l'acquisto di un tablet, così come sono aumentati i titoli digitali disponibili: erano 1.619 nel 2009, sono diventati 31.416 a metà 2012.

Oggi le battute di Accorsi dovrebbero suonare più o meno così: «Il problema non è leggere o no Novella 2000, il problema è non leggere affatto».

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