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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 13:47.

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Al suo ingresso in Sala Clementina, dove sedevano i rappresentanti delle altre Chiese cristiane e i delegati delle altre fedi religiose, è stato accolto da un lunghissimo applauso. Il Papa ha quindi ascoltato il saluto di Bartolomeo I che ha parlato della grande missione che attende il nuovo Papa la cui «elezione - ha detto il patriarca ortodosso di Costantinopoli - è stata ispirata da Dio». Al termine del saluto di Bartolomeo, Francesco lo ha chiamato «fratello» e lo ha abbracciato. Un gesto semplice ma intenso, ormai cifra del suo stile, con cui Bergoglio ha voluto esprimere la sua vicinanza ecumenica con gli altri cristiani.

Il primo saluto ai mussulmani
«La Chiesa cattolica è consapevole dell'importanza che ha la promozione dell'amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose», ha spiegato Francesco. Che ha saluto «innanzitutto i musulmani, che adorano Dio unico, vivente e misericordioso, e lo invocano nella preghiera». Bergoglio ha poi citato a più riprese il Concilio Vaticano II sottolineando anche i passi avanti nel dialogo ecumenico avvenuti soprattutto negli ultimi anni, grazie anche alla riforma conciliare: «Voglio assicurare, sulla scia dei miei venerabili predecessori, la ferma volontà di proseguire nel cammino ecumenico». Il Papa ha poi chiarito di voler seguire i passi di Benedetto XVI che ha scelto il 2013 come anno della fede: «Desidero continuare l'iniziativa presa dal mio venerato predecessore con una intuizione veramente ispirata».

No a visione umana legata solo a consumismo
Francesco ha poi lanciato un'esortazione ai "laici": L'uomo abbia «sete di Assoluto. Non prevalga una visione umana che riduce l'uomo a ciò che produce e a ciò che consuma. È una delle inside più pericolose del nostro tempo». E poi un messaggio ai suoi fedeli: «Sentiamo vicini anche a tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell'impegno a difesa della dignità dellôuomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato».

Lo «specialissimo vincolo» con gli ebrei
Al popolo ebraico «ci lega uno specialissimo vincolo spirituale»: Francesco ha deciso di citare il documento del Concilio vaticano II «Nostra aetate» per salutare i rappresentanti ebraici. Dopo aver rivolto la prima parte del discorso ai cristiani delle altre confessioni, il Papa si è rivolto «a voi distinti rappresentanti del popolo ebraico, al quale ci lega uno specialissimo vincolo spirituale, dal momento che, come afferma il Concilio Vaticano II, la Chiesa di Cristo riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè, e nei profeti». «Vi ringrazio della vostra presenza e confido che, con l'aiuto dell'Altissimo - ha concluso -, potremo proseguire proficuamente quel fraterno dialogo che il Concilio auspicava e che si è effettivamente realizzato, portando non pochi frutti, specialmente nel corso degli ultimi decenni».

Tutte le religioni presenti all'udienza
Nella Sala Clementina oggi erano presenti rappresentanti di 34 diverse Chiese cristiane non cattoliche, 7 rappresentanze del giudaismo mondiale e rappresentanti di 5 differenti religioni: musulmani, buddhisti, sikh, jain e indù. Particolarmente folta, naturalmente, la presenza di cristiani non cattolici come ortodossi (con 15 tra patriarcati ecumenici e Chiese nazionali), realtà delle Chiese "riformate" (anglicani, luterani, metodisti, battisti, pentecostali), mentre erano presenti anche il priore della Comunità ecumenica di Taizé, fratel Alois Loser e, per gli ebrei italiani, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ed il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna. Da parte ortodossa, oltre al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, era presente anche il metropolita ortodosso russo, Hilarion.

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