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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 06:41.

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Il presidente della Giunta siciliana, Rosario CrocettaIl presidente della Giunta siciliana, Rosario Crocetta

C'è chi l'ha già definita "Legge Giletti", dal nome del conduttore della trasmissione in cui il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ne ha annunciato la presentazione. Sta di fatto che la norma sull'abolizione delle province, ieri sera ancora in aula per il via libera definitivo dall'Assemblea regionale siciliana, ha una indubbia valenza politica e amministrativa. Politica perché ripropone quel modello Sicilia con un governo che gode dell'appoggio del Movimento 5 Stelle i quali rivendicano un ruolo politico: «Sul voto per l'abolizione delle province siamo stati determinanti – dice il capogruppo del Movimento Cinque stelle all'Ars, Giancarlo Cancelleri –. Siamo i primi in Italia ad abolire questo inutile carrozzone. L'abolizione delle Province è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anziché abolire l'ente lo rinforzava».

Una risposta a Crocetta che aveva dichiarato: «Il modello Sicilia può essere sì un esempio, ma a condizione che nessuno si senta il primo della classe. Abbiamo avuto una coalizione che è stata leale con un sostegno forte della commissione Affari istituzionali. Con i grillini, il Pd, la Lista Megafono, c'è stata una risposta globale. Questo significa che c'è un'idea di cambiamento che sta entrando nella classe politica siciliana e noi dobbiamo registrare con positività queste novità».

Il risultato c'è e fa dire a un azionista importante del governo siciliano, il senatore Giuseppe Lumia che «l'abolizione delle province può dare fiato ad accordi anche nazionali. La Sicilia sta cambiando radicalmente e questo cambiamento può essere un riferimento». Il presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars Marco Forzese mette l'accento, invece, sul ruolo determinante che ha avuto il commissario dello Stato Carmelo Aronica con cui c'è stato un confronto preliminare per evitare problemi di costituzionalità e annuncia che ha convocato per oggi la commissione con all'ordine del giorno «il ddl che istituisce la doppia preferenza di genere nelle elezioni comunali».

Per capire come saranno organizzati i nuovi consorzi di comuni che in Sicilia prenderanno il posto delle nove province bisognerà comunque aspettare almeno la fine di maggio. Solo in quella data, infatti, sarà possibile leggere il ddl che il governo regionale sta preparando e che dovrà essere approvato entro la fine dell'anno. È stato Crocetta a precisare che le norme di dettaglio arriveranno più avanti: «È intendimento del governo di presentare in tempi ravvicinati la legge di riforma: sicuramente lo faremo subito dopo le elezioni comunali». Per il momento ci sono solo alcune certezze. La prima: le province saranno sostituite da consorzi di comuni. La seconda: la data entro cui dovrà essere varato dall'Ars il nuovo assetto. E infine la cancellazione delle elezioni provinciali di maggio. Bisognerà aspettare per avere risposte su alcuni punti cruciali. Uno di questi è stato evidenziato da Giorgio Assenza del Pdl il quale ha detto: «Non si parla di chi farà fronte ai 380 milioni di debiti degli enti provinciali». Per il presidente nazionale dell'Unione province Antonio Saitta, «l'unico risultato di questa legge è il commissariamento delle Province, la sostituzione della democrazia con il sottogoverno».

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