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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 06:40.

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ROMA
Un controllo di polizia nel l'area dei voli privati all'aeroporto di Ciampino fa capolino, più o meno direttamente, nelle intricate vicende dello Ior, la banca vaticana. In base a quanto riporta il settimanale L'Espresso, in edicola oggi, a fine febbraio la Guardia di Finanza ha fermato all'aeroporto romano monsignor Roberto Lucchini – giovane numero due della segreteria particolare del cardinale Tarcisio Bertone, tutt'ora “capo del governo” vaticano visto che papa Francesco lo ha provvisoriamente confermato nell'incarico – e l'avvocato Michele Briamonte, 37 anni, partner dello studio legale Grande Stevens, membro dall'ultimo rinnovo del cda di Mps e da tempo consulente legale della direzione generale dello Ior, guidata da Paolo Cipriani. Secondo l'Espresso «Briamonte e Lucchini si sono opposti alla perquisizione esibendo entrambi un passaporto diplomatico vaticano. Dopo una convulsa trattativa e numerosi contatti telefonici con la Santa Sede l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto romano senza consegnare ai militari le loro borse». Briamonte e Lucchini sarebbe stati in arrivo a Ciampino con un volo privato da Torino.
Immediata la replica di Briamonte alle anticipazioni del l'Espresso: «Occorre molta fantasia per trasformare un normale controllo doganale in un caso diplomatico» commenta in una nota il legale dello Ior, che parla di una «malevola versione di un fatto accaduto all'aeroporto di Ciampino», «derubricandola a non notizia». Dice l'avvocato: «I bagagli miei e di monsignor Lucchini, che viaggiava con me, sono stati sottoposti ad un normale controllo con cane poliziotto che, come riportano i verbali redatti dai militari operanti, veri fino a querela di falso, ha dato esito negativo. Non è mai esistito, dunque, alcun decreto di perquisizione dell'autorità giudiziaria, al quale mi sarei senz'altro assoggettato, e l'identificazione è avvenuta mediante i rispettivi passaporti delle persone in transito nella zona doganale».
Quanto poi, prosegue la nota, «all'insinuazione di collegamenti tra inchieste della magistratura e normali controlli amministrativi», Briamonte li definisce «una grave mancanza di rispetto per la magistratura stessa e una violazione delle regole di salvaguardia delle prerogative e libertà individuali. Dunque nessun incidente e nessun mistero, né tantomeno nessuna relazione con il mio ruolo di consigliere di amministrazione del Montepaschi». Proprio pochi giorni dopo l'incidente di Ciampino, come ricorda l'articolo dell'Espresso, il legale dello studio Grande Stevens (che la scorsa estate si è dimesso dal cda della Juventus) si è visto perquisire casa e ufficio su richiesta della procura di Siena che indaga su un presunto caso di insider trading denunciato dagli stessi vertici di Mps.
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