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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 11:18.

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All'uscita dalla basilica un lungo applauso ha salutato la bara del capo della Polizia Antonio Manganelli al termine dei funerali di Stato a Santa Maria degli Angeli a Roma. La bara è stata portata a braccia dagli allievi della Scuola superiore di Polizia sulla note della marcia funebre di Chopin. Oltre ala moglie signora Adriana e alla figlia ventenne Emanuela, i parenti più stretti, sono presenti le più alte cariche dello Stato, a partire dal presidente del Senato Piero Grasso. Sono inoltre presenti il premier uscente Mario Monti, quello incaricato Pier Luigi Bersani e il ministro dell'interno Annamaria Cancellieri. La cerimonia funebre è celebrata dal cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma.

Vallini: è stato una guida autorevole per la Polizia di Stato
Il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha ripercorso i frequenti incontri spirituali con Manganelli, specie negli ultimi tempi. Di Manganelli ha ricordato nell'omelia «la fiducia in Dio nell'affrontare la malattia, vissuta come una scuola per capire la sofferenza degli altri. Una bella testimonianza di cristiano impegnato nelle istituzioni». Manganelli, ha sottolineato Vallini, è stato «guida autorevole della polizia di Stato», per i suoi uomini «esposti ai pericoli» della «patologia dei comportamenti umani».

Grasso: le nostre vite parallele
«Guardavamo la solitudine in faccia e ci sentivamo uniti dallo spirito di servizio verso lo Stato». Il neo Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricordato Antonio Manganelli, ripercorrendo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli «il film delle nostre vite parallele», entrambi in prima linea a Palermo prima degli incarichi successivi. «Ciao Antonio - ha concluso Grasso, visibilmente commosso - siamo tutti pervasi da una grande nostalgia di te. Ciao amico».

Don Ciotti: continueremo a camminare insieme a te
«Il nostro è il Dio dei vivi, non dei morti. La Resurrezione è continuare il nostro impegno, cercatori di verità e costruttori di giustizia, per il bene comune». Don
Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera saluta così nella Basilica di Santa Maria degli Angeli il Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, prima dell'inizio delle esequie. «Ci mancherai. Uomo mite, Antonio. E mitezza vuol dire forza. Beato
Antonio mite: la prima dimensione della giustizia - rimarca il prete antimafia - è la prossimità. I sentieri dei giusti vanno sempre percorsi insieme. Continueremo a camminare insieme a te».

Cancellieri: era l'Italia migliore
Si commuove il ministro Annamaria Cancellieri nel ricordare Manganelli. «'Sbirro' lui amava definirsi», ha ricordato il ministro «ma Antonio era un leader vero, unanimemente riconosciuto. Testimone di serietà e responsabilità in un paese che sembra aver perso il senso della testimonianza. A noi non resta che un grande rimpianto e una profonda gratitudine».

.Maroni: grande poliziotto, amico vero
Il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, è scomparso mercoledì scorso. Dopo una lunga malattia il 24 febbraio scorso era stato operato d'urgenza per la rimozione di un ematoma celebrale in conseguenza di un'emorragia, ma le sue condizioni erano apparse subito gravissime. Centinaia le persone assiepate nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il Governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, lo saluta oltre che nella basilica, anche su Twitter: «Ultimo saluto ad Antonio Manganelli, grande poliziotto, amico vero». Presenti alla messa i vertici delle forze di polizia e di sicurezza, a cominciare dal vicecapo vicario Alessandro Marangoni e dal vicecapo Francesco Cirillo. Tra le altre personalità politiche l'ex premier Giuliano Amato,i, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta.

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