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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 08:17.

Processi Mediaset e Ruby sospesi fino al 18 aprile, quando la Corte di cassazione si pronuncerà sulle istanze di rimessione da Milano a Brescia presentate dai difensori di Silvio Berlusconi (imputato, rispettivamente, di frode fiscale e di concussione e prostituzione minorile) in quanto vi sarebbe il «sospetto» che «il clima giudiziario milanese» non garantisca la «serenità e l'imparzialità di giudizio» dei giudici. A decidere sulle due istanze (identiche nei contenuti) sarà la VI sezione penale della Cassazione, alla quale il Primo presidente della suprema Corte, Ernesto Lupo, ieri le ha assegnate in quanto è quella competente per il reato più grave, la concussione. Con l'assegnazione - comunicata al Tribunale e alla Corte d'appello di Milano - scatta la sospensione in base all'articolo 47 del Codice di procedura penale: sospensione obbligatoria perché entrambi i processi sono già nella fase delle conclusioni e destinata a durare fino all'udienza della Cassazione, che secondo le prime indicazioni si terrà il 18 aprile, salvo slittamenti.
Si realizza così, indirettamente, la moratoria processuale auspicata dal Quirinale, all'indomani della marcia del Pdl sul Tribunale di Milano, per garantire al leader della seconda coalizione più votata alle elezioni - cioè Berlusconi - «il diritto di partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento». Il verdetto della Cassazione dovrebbe infatti arrivare dopo la formazione del nuovo governo e probabilmente anche dopo l'accordo sul nuovo Presidente della Repubblica (dal 15 aprile possono cominciare le votazioni del Parlamento in seduta comune).
Oggi, dunque, all'udienza Mediaset la Corte d'appello sarà costretta a fermarsi in attesa del verdetto sull'istanza di rimessione, sebbene il processo sia a un passo dalla sentenza (in primo grado l'ex premier è stato condannato a 4 anni di carcere e a 5 di interdizione dai pubblici uffici) perché in base al calendario concordato da mesi proprio oggi la Corte doveva ritirarsi in camera di consiglio e uscire con la decisione. Stesso stop forzato nel processo Ruby, anch'esso a un passo dalla sentenza, sia pure di primo grado. Nei giorni scorsi il pm Ilda Boccassini ha cercato inutilmente di concludere la requisitoria (con la richiesta di condanna) iniziata il 4 marzo ma bloccata ogni volta dai «legittimi impedimenti» di Berlusconi o per motivi di salute (la famosa uveite seguita da ricovero) o per impegni istituzionali. In questo caso la sospensione sarà disposta all'udienza di lunedì 25 e anche qui il processo riprenderà dopo il 18 aprile.
La suprema Corte ha tre strade: può accogliere l'istanza (e trasferire i processi a Brescia), dichiararla inammissibile o rigettarla nel merito. I casi di accoglimento sono rarissimi perché la rimessione è considerata un fatto del tutto eccezionale in quanto toglie un processo al giudice naturale precostituito per legge. Anche dopo la reintroduzione del «legittimo sospetto» nel 2002 con la leggina «Cirami», la percentuale di accoglimento è rimasta bassissima, di circa il 98%. Non è la prima volta che Berlusconi cerca di spuntare il trasferimento di un suo processo per «legittimo sospetto», ma le sue istanze sono state sempre respinte. Nel 2003 ci provò con i processi «toghe sporche» ma fu persino condannato al pagamento delle spese processuali.