Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:53.

My24


ROMA
Fino a ieri sembrava che l'inchiesta sulla supposta tangente pagata all'ex amministratore delegato di Eur Spa Riccardo Mancini si limitasse a interessare personaggi ai margini della vita politica e economica italiana. Come lo stesso Mancini, un ex appartenente al gruppo neofascista di Avanguardia Nazionale da tempo legato al sindaco di Roma Gianni Alemanno e da questi posto al vertice della Spa quasi-pubblica che di fatto governa l'omonimo quartiere.
Ma l'indagine condotta dal sostituto procuratore di Roma Paolo Ielo con il supporto del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del Ros ha fatto ieri un salto di qualità. E sono clamorosamente balzati in primo piano due nomi: quello dello stesso Gianni Alemanno e quello di Pier Francesco Guarguaglini, ex presidente e ad di Finmeccanica.
A mettere in evidenza il loro supposto ruolo nella vicenda non è solo l'ordinanza di misura cautelare firmata il 15 marzo scorso dal Gip Stefano Aprile, ma soprattutto Lorenzo Cola, il faccendiere che per anni è stato consigliere informale del grande capo di Finmecannica Guarguaglini (e di sua moglie Marina Grossi) e che il pm Ielo ha già condotto a patteggiare una condanna a tre anni e quattro mesi per riciclaggio internazionale.
Dall'ordinanza risulta che Cola non è tra gli indagati. Quindi si presuppone che in questa inchiesta collabori con la Procura. Evidentemente in questa veste ha deposto lo scorso 1 marzo, dichiarando che fu il suo braccio destro operativo Marco Iannilli a riferirgli di un accordo «di versamento» di mezzo milione di euro a Mancini, «nella sua qualità di uomo forte del Comune di Roma».
«Quando Iannilli mi riferisce tale circostanza ne parlo direttamente con Guarguaglini ed egli mi dice di occuparmi direttamente dei pagamenti verso Mancini», asserisce Cola. E continua: «Io incontro Mancini a colazione, nel 2009… Mi si presenta come una persona molto vicina al sindaco Alemanno… Dopo questo incontro mi vedo con Guarguaglini, al quale spiego la problematica. Guarguaglini mi dice di occuparmi della chiusura dell'affare degli autobus e dei relativi pagamenti…». Asserzioni queste, che la Procura deve ovviamente provare.
Ma al Sole 24 Ore risulta che, secondo gli inquirenti, della questione dei filobus per il cosiddetto "corridoio della mobilità" della via Laurentina, Cola non avrebbe parlato soltanto con Guarguaglini. Il faccendiere avrebbe parlato anche di un incontro a cena con il sindaco Alemanno. La circostanza risulterebbe confermata da due testimoni, ma il portavoce del sindaco ce l'ha smentita con fermezza: «Non è mai stato a casa di Cola».
Cola sosterrebbe invece di aver addirittura invitato Alemanno a cena nel suo appartamento romano, alloggio dove Mancini ha dichiarato di aver visto «simboli del ventennio fascista - da un busto di Mussolini a un quadro di Hitler in camera da letto, dove era collocata una riproduzione di una divisione di SS in miniatura».
Potrebbero sembrare dettagli di colore, ma dagli atti dell'inchiesta sembra che la passata appartenenza alla destra radicale sia proprio il comune denominatore dei protagonisti della vicenda: dallo stesso sindaco Gianni Alemanno al collezionista di memorabilia SS Lorenzo Cola, passando per l'ex avanguardista Riccardo Mancini, noto anche per l'amicizia mai sconfessata con Massimo Carminati, storica figura dell'estrema destra dell'Eur, legato sia ai Nuclei armati rivoluzionati sia alla Banda della Magliana. E passato agli onori della cronaca per essere l'ispiratore del personaggio del "Nero" nel libro e film "Romanzo Criminale".
cgatti@ilsole24ore.us

Shopping24

Dai nostri archivi