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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:53.

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ROMA.
C'è un «solidissimo quadro probatorio»: Riccardo Mancini, ex ad di Ente Eur spa, fu «delegato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno» a «intrattenere rapporti con Finmeccanica» a cui ha «ceduto in cambio di denaro» la propria funzione. Lo scrive il gip di Roma Stefano Aprile nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Mancini, accusato di aver intascato una maxi tangente da 600mila euro per oleare il sistema «Lobby Rome». O meglio «la politica romana» vicina al sindaco della Capitale. L'inchiesta del pm Paolo Ielo, con il Nucleo di polizia tributaria Gdf e il Ros dell'Arma, fa emergere un presunto sistema di tangenti che avrebbe preso forma fin dal 2008, quando Alemanno diventa sindaco. Ieri il sindaco ha detto: «Non so nulla, piena fiducia nei magistrati». Tutto nasce da un appalto del 23 gennaio 2008 di Roma Metropolitane srl per la progettazione e realizzazione di nuovi corridoi per filobus, oltre alla fornitura di 45 mezzi. Un'operazione per 40 milioni di euro che nell'inchiesta presenta anomalie prima ancora dell'aggiudicazione alla società De Sanctis Costruzioni che, senza alcuna certezza, sottoscrive con la società di Finmeccanica Bredamenarinibus (l'ex ad Roberto Ceraudo è agli arresti) un contratto di subappalto. Secondo gli investigatori la certezza arriva a «maggio 2008» con la vittoria «della compagine politica facente capo al Pdl, guidata da Alemanno». In questo periodo Lorenzo Cola, «fascista» ed «espressione di Finmeccanica spa» tratta con Mancini per la fornitura degli autobus e per «favorire l'ingresso di società del gruppo negli appalti del Comune di Roma». «Mancini mi si presenta come persona molto vicina al sindaco Alemanno – racconta Cola in sede di interrogatorio – dicendomi di aver chiuso questo accordo con Borgogni, Subbioni e i rappresentanti della Breda, ma di avere incassato solo 50mila euro e che, per la stipula del contratto di fornitura (dei filobus, ndr), occorreva il saldo». Servono altri 550mila euro per «la realizzazione – continua Cola – dell'accordo» per consentire a Finmeccanica di entrare non solo nel sistema appalti del Comune di Roma, ma anche nei «redditizi lavori della metropolitana»: un lavoro da 2 miliardi di euro. Mancini è uno degli uomini più vicini, da tempo, ad Alemanno, lo ammette lui stesso ai magistrati: «La mia militanza nella destra politica del paese si è tradotta in un aiuto consistente per le due campagne elettorali che il sindaco Alemanno ha affrontato per Roma, la prima quando ha perso contro Veltroni, e la seconda quando ha vinto contro Rutelli (…) ho fatto parte del comitato elettorale di Alemanno». Lo confermano anche due intercettazioni. Nella prima, del 20 settembre 2012, «il sindaco, interloquendo con Macini» e «riferendosi alla vicenda che ha coinvolto il rappresentante regionale del Pdl Fiorito (Franco, ndr), gli chiede esplicitamente se costui avesse finanziato la fondazione che definisce nostra». Il riferimento è alla Fondazione di Alemanno, Nuova Italia, il cui segretario generale è Franco Panzironi (ex ad Ama e sotto processo per una sospetta parentopoli in assunzioni nella municipalizzata capitolina, ndr): ieri è stata perquisita dalla polizia giudiziaria. Nella seconda, del 29 settembre 2012, Alemanno e Mancini discutono della nomina di quest'ultimo alla guida della Roma Convention Group, designazione eccessivamente vicina alla perquisizione che l'ex ad dell'Ente Eur aveva ricevuto: «Siete cretini tutti!» protesta il sindaco. Secondo il gip, le telefonate «confermano» che «Mancini è un uomo di Alemanno, al quale risponde direttamente e nei confronti del quale è in totale soggezione».
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