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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 13:56.

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L'Italia può pagare entro due anni l'80% del suo stock di debito verso le imprese senza che questa operazione impatti sul deficit: in pratica 56 miliardi se si prendono per buone le stime di Bankitalia che parla di 71 miliardi di arretrati verso la pubblica amministrazione. A spiegarlo è Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue, che ha ricordato come l'80% dei debiti «è gia contabilizzato come debito». Per Tajani bisogna invece fare attenzione a non caricare il restante 20% nel bilancio 2013 - circa 14 miliardi - perché per ragioni contabili farebbe lievitare il deficit troppo vicino alla soglia del 3%, cosa che impedirebbe la chiusura della procedura per deficit eccessivo da parte di Bruxelles.

Tajani: «Non caricare sul bilancio la parte che fa deficit»
Parlando con i giornalisti a Bruxelles, il vice-presidente della Commissione Ue Tajani ha ricordato che nella dichiarazione congiunta del 18 marzo scorso firmata con il collega agli Affari economici e monetari Olli Rehn «si faceva una differenza» per quanto riguarda l'impatto del pagamento dei debiti pregressi sul deficit e sul debito. In Italia, la pubblica amministrazione, secondo le stime di Bankitalia, «ha un debito arretrato di 71 miliardi di euro, l'80% dei quali già contabilizzato ma non ancora pagato, che quindi incide solo sull'aumento del debito, mentre il restante 20% non contabilizzato né pagato ricade sul deficit», ha chiarito ancora Tajani. Dunque, ha ribadito, «l'80% può essere tranquillamente pagato, mentre per il restante 20% il portavoce di Rehn ieri ha detto di non caricarlo troppo nel bilancio del 2013, perché, se si raggiunge o si supera la soglia del 3%, non si può chiudere entro aprile, come mi auguro e come il governo dice di voler fare, la procedura per deficit eccessivo».

L'annuncio di Monti e lo "stop" di Bruxelles
Proprio ieri il premier Mario Monti aveva infatti riferito alle due Camere durante la comunicazione sul vertice europeo di metà marzo che le politiche di rigore adottate finora erano in grado di consentire all'Italia di uscire ad aprile dalla procedura per deficit eccessivo. Ma da Bruxelles quasi contemporaneamente era arrivato un invito alla cautela ricordando che c'era lo spazio per avere una flessibilità di bilancio nei pagamenti, ma sempre restando sotto il tetto del 3% di deficit.

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