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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2013 alle ore 11:30.

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La Costa Concordia per il suo ultimo viaggio farà rotta sul porto di Piombino. A fissare le coordinate del viaggio verso la sua rottamazione è un decreto legge portato fuori sacco al Consiglio dei ministri di oggi, è stato esaaminato e approvato salvo intese. Avrà il via libera nel prossimo Cdm. Il provvedimento d'urgenza con cui il ministro dell'Ambiente prova a stroncare sul nascere ogni possibile polemica sul porto che si dovrà occupare dello "smaltita" della nave da crociera naufragata all'isola del Giglio nel gennaio 2012. In ballottaggio il porto toscano di Piombino (Livorno) su cui il Consiglio dei ministri l'8 marzo scorso aveva già dato il via libera a una specifica delibera, e il porto laziale di Civitavecchia su cui invece si era espresso favorevolmente il capo della protezione civile, criticando la decisione di Palazzo Chigi di inizio marzo.

Con lo schema di decreto legge oggi all'esame del Cdm il ministro Clini, dopo aver incassato un via libera dagli uffici tecnici dello Sviluppo economico, mette sul tavolo una proposta più articolata che punta non solo alla demolizione della Concordia nel rispetto dei regolamenti comunitari e delle tutele ambientali, ma anche al risanamento dell'intera area industriale di Piombino. E questo a partire dalla dichiarazione di area in situazione di crisi aziendale complessa ai fini delle nuove regole introdotte con il decreto sviluppo nel giugno scorso. Misure che consentono al Mise di adottare specifici progetti di riqualificazione industriale muovendosi nel quadro della strategia europea per la crescita e al fine di sostenere la competitività del sistema produttivo nazionale, l'attrazione di nuovi investimenti nonché la salvaguardia dei livelli occupazionali nei casi di situazioni di crisi industriali complesse con impatto significativo sulla politica industriale nazionale. La ratio del nuovo Dl è soprattutto quella di trasformare la "rottamazione" della Concordia in un processo di sviluppo di opere infrastrutturali, complementari alla bonifica sottolienea l'Ambiente, di innalzamento competitivo del contesto industriale e portuale. Non solo. Le misure che il Governo vuole adottare e presentare alle Camere per la conversione in legge puntano anche al potenziamento dei livelli occupazionali, garantendo lo sviluppo sostenibile dell'area.

Il costo dell'operazione "Piombino" è stimato in circa 73 milioni di euro coperti con stanziamenti e risorse già nelle disponibilità degli enti locali, territoriali e del ministero. Secondo lo schema di Dl, infatti, oltre ai 5 milioni del fondo perequativo del ministero dell'Ambiente, altri 20 milioni arriveranno dall'autorità portuale di Piombino già stanziate con la delibera Cipe 1/2006 per l'Accordo di programma quadro Per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri presenti all'interno dei Siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli - Coroglio e per lo sviluppo di Piombino attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture>> del 21 dicembre 2007. Dallo stesso accordo di programma potranno arrivare altri 6,9 milioni come quota della Regione Toscana, cui se ne aggiungeranno altri 10,8 stanziati con la legge 426/98 per finanziare la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati. Le risorse a carico del Comune di piombino ammonteranno invece a 25 milioni già previste dallo stesso accordo di programma quadro.

Per gestire l'intera operazione sarà nominato un Commissario ad hoc che resterà in carica per 12 mesi senza diritto ad alcun compenso e senza oneri per la finanza pubblica. Il Commissario dovrà garantire, infatti, la demolizione della nave Concordia e allo stesso tempo completare gli interventi di infrastrutturali del Porto di Piombino, per incrementare soprattutto la competitività dell'intera area industriale. Interventi che dovranno essere attuati tenuto conto delle caratteristiche strutturali e ambientali previste dal nuovo piano regolatore portuale.

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