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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 28 marzo 2013 alle ore 13:45.

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Patrizia Moretti (Ansa)Patrizia Moretti (Ansa)

L'ira di Annamaria Cancellieri sul sindacato di polizia Coisp, dopo le polemiche seguite alla manifestazione di ieri a Ferrara per solidarietà agli agenti accusati di aver ucciso Federico Aldrovandi. Il ministro, dopo essere stata invitata con veemenza ad «andare a casa» dal segretario generale Franco Maccari, ha alzato il tono dello scontro. Sulla richiesta di dimissioni «non vale nemmeno la pena si soffermarsi, sono parole in libertà».

La titolare del Viminale, che ha ordinato un'ispezione per accertare le responsabilità», ha detto: «Dobbiamo punire i poliziotti che sbagliano, ma anche premiare i tantissimi che ogni giorno fanno il loro dovere da veri servitori dello Stato. Bisogna lavorare perché le mele marce vadano via, ma la polizia è un corpo sano» .

«Direi che la loro terminologia li qualifica: continua l'arroganza, se la prendono con tutti, con le istituzioni oltre che con le famiglie delle vittime, mi chiedo che gente sia», ha commentato Patrizia Moretti, madre di Federico.

L'attacco del Coisp al ministro
«Siamo profondamente colpiti dalla superficialità dei tanti che hanno emesso spietati giudizi senza avere la più pallida idea di come fossero andate veramente le cose. Prima fra tutti il ministro Annamaria Cancellieri». Franco Maccari, segretario generale del Coisp, il sindacato protagonista di un sit in nei pressi dell'ufficio della madre di Federico Aldrovandi, ha attaccato così la titolare de Viminale che «forse, non ha più tempo, voglia e forza necessari per svolgere con la dovuta accortezza il proprio ruolo, ed è decisamente tempo che vada a casa, lasciando il posto a qualcuno che abbia il polso necessario. Ricordandosi, nel frattempo, che non è lei che può parlare a nome dei poliziotti italiani».

La querela per il presidio
Fabio Anselmo, avvocato di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ha querelato per diffamazione il segretario del sindacato di polizia Coisp Franco Maccari e il senatore Alberto Balboni, dopo il presidio di ieri sotto l'ufficio della donna. Per Anselmo è intollerabile l'accusa alla madre di aver mostrato ieri una foto del figlio morto modificata.

Nella newsletter del Coisp, il comportamento di Patrizia Moretti di ieri era stato definito una "contromanifestazione improvvisata" e quindi "priva di autorizzazione", e l'immagine di Federico, era scritto, "per onore di verità, non fu ammessa al processo perchè ritenuta non veritiera". Frasi non ammesse dall'avvocato Anselmo, che ha spiegato che anche il senatore Balboni "ha sostenuto, su estense.com, che la foto è falsa".

La querela è stata presentata alla procura di Ferrara. Il reato configurato è la diffamazione aggravata, ma il legale si è riservato di integrare la querela con ulteriori episodi "perchè Patrizia Moretti è stata oggetto di attacchi ripetuti nel tempo chiaramente fortemente lesivi, oltre che della sua immagine e onore, anche della sua vita, e del suo diritto di essere lasciata in pace e vivere tranquillamente".

Anselmo non vuol parlare di atti persecutori, ma spiega che si tratta di "una situazione che si sta ripetendo del tempo: non è la prima volta che ci sono presidi sotto le finestre di Patrizia, che ritiene siano atti di vera provocazione". Nell'ultimo mese, ha aggiunto, un furgone era parcheggiato sotto l'ufficio con tutti i manifesti del Coisp in solidarietà rispetto "a criminali condannati".

Per l'avvocato Anselmo infine "è assolutamente opinabile che i sindacati di polizia si occupino di una vicenda giudiziaria".

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