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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 11:36.

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Bersani si appresta a salire al Colle. Le speranze di portare davanti alle Camere un governo a suo nome si sono ridotte al lumicino perchè, come sostengono anche dentro il Pd, il Capo dello Stato è stato chiarissimo: tentativi al buio sono vietati. E al momento l'unica certezza del premier incaricato è quella di non avere ottenuto nessun lascia passare. Se così sarà è assai probabile che Napolitano agirà rapidamente. Il presidente della Repubblica vuole che prima della scadenza del suo mandato, prima che il Parlamento si riunisca per decidere il suo successore, l'Italia abbia un governo.

La scelta del Presidente
L'ultima certezza, rappresentata dalla permanenza dell'esecutivo guidato da Mario Monti, si è fragorosamente infranta sulla gestione del caso dei due marò. Non è quindi da escludere, anzi è abbastanza probabile, che nel momento stesso in cui dovesse essere sancita la resa di Bersani, dal Colle arriverebbe una proposta immediata di governo. Una proposta del presidente, senza passare per un nuovo giro di consultazioni. Una proposta per mettere fine al gioco al massacro delle ultime ore. Grillo e Berlusconi ieri hanno messo a segno un uno due, che ha costretto alle corde Bersani. L'ex comico ha riproposto il suo gergo triviale per confermare la linea dura, mettendo così definitivamente a tacere i balbettii, i dubbi e i timori che qua e là nei gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle stavano timidamente venendo fuori.

L'obiettivo del Cavaliere
Il Cavaliere invece si è preso la sua rivincita: ha lasciato andare avanti le colombe, ha fatto credere al Pd che un accordo era forse possibile e poi alla fine ha alzato il prezzo, se è vero (come è vero) che nella telefonata di ieri sera a via dell'Umiltà, Berlusconi per il Quirinale ha proposto come nome il suo o quello di Gianni Letta. Un modo per chiudere definitivamente la strada a Bersani, che su quei nomi - lo sa anche l'ex premier - non può trattare. Il leader del Pdl è probabile che questo epilogo lo avesse (pre)confezionato fin dall'inizio. Ma anche lui (come Grillo) aveva la necessità di cucinare a fuoco lento il tentativo del segretario democratico e il suo partito. Perchè non appena il fallimento di Bersani verrà acclarato, emergeranno le divisioni interne al Pd sulla strategia da portare avanti e sulle colpe del premier incaricato e allora anche la partita sul Quirinale - che è l'unica che davvero interessi Berlusconi, in quanto ritiene il Colle la sola istituzione in grado di offrirgli garanzie - potrebbe essere giocata con maggiori chances.

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