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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 15:56.

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L'operazione sblocca-debiti che verrà lanciata con il decreto legge in preparazione avverrà in tempi brevi grazie al carattere auto-applicativo di una buona parte del provvedimento. Dopo il varo del Consiglio dei ministri, atteso la prossima settimana a meno che gli sviluppi della crisi non cambino l'agenda, le amministrazioni territoriali potranno utilizzare gli avanzi di cassa, grazie all'allentamento del Patto di stabilità interno, per pagare subito alle imprese fornitrici il 50% dei crediti vantati, mentre le amministrazioni che non avranno «capienza» dovranno certificare allo Stato entro un mese la richiesta di finanziamenti necessari.

La liquidità che verrà immessa nell'economia è per 40 miliardi complessivi (20 nel secondo semetre dell'anno, 20 nel 2014) con un impatto dello 0,5% sul deficit 2013 (7 miliardi) mentre il resto andrà ad aumentare il debito. La priorità che verrà seguita per i rimborsi rispetterà il crtiterio cronologico delle fatture in giacenza che aspettano di essere liquidate. Prima saranno rimborsate le imprese e i soggetti non finanziari e solo in un secondo momento le banche che hanno già acquisito vecchi crediti con la formula del "pro solvendo" per circa 9 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati Abi di fine 2012.

Grilli: non si finanzia nuova spesa con nuovo deficit

Nel corso dell'audizione davanti alle Commissioni Speciali riunite di Camera e Senato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha tenuto a precisare che l'intervento si è reso possibile solo dopo l'ok arrivato dalla Commissione europea (una decina di giorni fa) a un rimborso di parte dei vecchi debiti della Pa nei confronti dei fornitori con un impatto sul debito. Grilli ha spiegato che la luce verde europea s'è accesa perchè è stato assicurato che non si finanzia nuova spesa con nuovo deficit ma che si paga vecchia spesa con un'operazione che garantisce comunque il rispetto del limite invalicabile del 3% del deficit/Pil anche qust'anno. In aprile, quando sarà presentato il Documento di economia e finanza (Def) e con i nuovi dettagli del decreto sblocca-debiti la Commissione europea avrà il quadro per definire la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo dell'Italia, che con il rimborso dei primi 20 miliardi dovrebbe arrivare al 2,9%. Grilli ha inoltre annunciato che se l'operazione avrà un buon impatto sull'economia reale e se i mercati dimosterranno di accettare l'aumento del debito, si potrà procedere con tranche successive in aggiunta ai 40 miliardi fin qui previsti. La cifra, stando alle nuove stime di Bakitalia, rappresenta circa i due terzi del totale di circa 90 miliardi cumulati a fine 2011.

Piattaforma di certificazione per garantire i tempi sui pagamenti futuri

Grilli ha detto che gli enti territoriali dovranno rimborsare debiti per 12 miliardi quest'anno e 7 l'anno prossimo, mentre le Asl e le Regioni ne sbloccheranno 5 nel 2013 e 9 nel 2014. Da parte delle amministrazioni centrali dello Stato il provvedimento prevede invece lo sblocco di 3,5 miliardi quest'anno e altrettanti il prossimo. La riuscita della complessa operazione di rimborso - ha poi spiegato il ministro - poggia in buona parte su un delicato meccanismo di incentivi/disincentivi in cui lo Stato chiede alle amministrazioni periferiche una rendicontazione precisa per finanziare i rimborsi dovuti. Cruciale, ha insistito in più momento il ministro dell'Economia, sarà poi il rispetto dei vincoli europei sui pagamenti futuri, in 30 o 60 giorni. Solo così, ha detto anticipando una ragionamento che poco dopo avrebbe ripetuto il direttore centrale di Bankitali, Daniele Franco, si potrà confermare nei fatti che con il decreto si vara un'operazione una tantum. L'altro elemento su cui ha insistito Grilli è il superamento delle criticità che continua a scontare il sistema di certificazione dei crediti, visto che sulla piattaforma online del Mef sono ancora pochissime le amministrazioni registrate (meno di 1.300 su 20mila).

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