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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 28 marzo 2013 alle ore 16:34.

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NICOSIA - Non è un assalto alla diligenza. Non ci sono code disordinate con centinaia di persone che protestano. Né disordini di qualsiasi tipo. Il tutto procede con calma. Sotto l'occhio attento delle guardie private, e di decine telecamere dei media internazionali, i ciprioti - soprattutto extracomunitari sprovvisti di bancomat e piccoli più commercianti con in mano gli assegni che non hanno potuto depositare per quasi due settimane – hanno pazientemente atteso il loro turno per poi entrare in banca e ritirare il contante dai loro conti correnti.

Nessun tumulto, dunque. Sul volto di qualche famoso giornalista televisivo internazionale si legge un'espressione di delusione. Quasi volesse dire: ma come tutto qui? Cipro. Dopo 12 giorni di chiusura, le banche hanno finalmente riaperto.
gli sportelli. E, come annunciato ieri, sono immediatamente entrate in vigore le restrizioni alle transazioni disegnate dal governo di Nicosia per evitare una fuga di capitali dall'isola.

L'entrata di Lidra Street, la strada più famosa - e più battuta dai turisti – della città vecchia di Nicosia, sembra uno scherzo del destino. L'una accanto all'altra, separate da una stradina larga cinque metri, ci sono due banche : la Bank of Cyprus e la Laiki. Vale a dire i due più grandi istituti di credito del Paese. Il primo in fase di ristrutturazione per le gravissime difficoltà finanziarie, nelle cui casse confluiranno i depositi sotto i 100mila euro – quindi garantiti- che un tempo si trovavano nella Laiki. La seconda, in via di liquidazione, ma oggi comunque aperta e ancora funzionante.

Le due file – una ventina di persone – sono piuttosto veloci.
Dalla Laiki esce Zoi Paskali, 54 anni. Anche lei non aveva il bancomat. «Vivo da qualche anno in Grecia – ci racconta – E ad Atene ho perso il lavoro a causa della crisi. Ed ora mi trovo a Cipro, dove potremmo sprofondare in una crisi ben peggiore. Dovete sapere che fino a un anno fa, i ciprioti si sentivano al riparo da simili shock. Mai avrebbero pensato che sarebbe potuto toccare anche a loro». Alla domanda se porterebbe via tutto il suo conto, se avesse la possibilità, Zoi mostra una saggezza encomiabile: «Se tutti facessero così, l'intera economia del paese crollerebbe. La gente si porterebbe i soldi a casa, ma poi resterebbe senza lavoro. Dobbiamo fidarci delle banche. Non abbiamo scelta». La maggior parte, però, confessa che, se potesse, porterebbe all'estero tuona parte dei risparmi. Avraam Pharakalampos è invece furioso. Settantasette anni, ha atteso in fila per ritirare del contante «Io non so neanche come funziona il bancomat, non l'ho mai avuto. Mi hanno detto che mi hanno versato la pensione sociale sul conto corrente, e allo sportello mi hanno risposto che non si può prelevare nulla, neanche 300 euro. dicono che c'è stato un errore di comunicazione con la Banca centrale. Mi sono rimasti 20 euro».

Nel mentre una signora, esce dal suo negozietto di elettronica e apparecchi digitali, e , con le lacrime agli occhi esclama: «Non mi sembra neanche di essere nella a Cipro? Ma cosa sta accadendo, perché tutte queste televisioni?».

Nella parte moderna della città, il centro commerciale, dove i palazzi in vetro e cemento accolgono migliaia di società di trading e studi di consulenza – arrivati a Cipro grazie alla notoria e bassissima tassazione per le società - l'aria è ancora più tranquilla. La gente ritira il contante dal bancomat (il prelievo massimo è stato fissato a 300 euro).o chiede informazioni agli sportelli. Non ci sono file.

E' come se tutti fossero a conoscenza di quei quattro container contenenti 5 miliardi di euro in banconote proveniente dalla Bce scortati da un lunghissimo convoglio di 200 blindati, e da elicotteri militari, arrivati nella notte da Larnaka alla sede della Banca Centrale di Nicosia.

Tra le restrizioni alle transazioni bancarie – che dureranno almeno una settimana - sono previste: un limite massimo di 5mila euro al mese per le transazioni all'estero mediante carta di credito. Un tetto di 3mila euro in contanti – per ogni viaggio – a chi intende uscire dal Paese. Divieto di riscuotere assegni. Prelievo dai bancomat non superiore ai 300 euro giornalieri. Limiti molto severi, anche se non ancora specificati, a chi vuole trasferire denaro all'estero. E un'autorizzazione ad hoc, dietro esibizione di documenti giustificativi - formula che ha il sapore di una pericolosa discrezionalità – per i pagamenti delle imprese che importano beni e prodotti. Quanto ai depositi a termine, o conti vincolati, non potranno essere toccati e il denaro ritirato in anticipo.

Misure necessarie, sottolineano alcuni economisti, ma che stanno soffocando l'economia cipriota, già in grave fase di recessione. E che probabilmente resteranno in vigore – precisano – ancora qualche settimana, se non qualche mese.

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