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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2013 alle ore 20:27.

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Kim Jong (Ansa)Kim Jong (Ansa)

La Corea del Nord fa paura non solo per la progressiva escalation che sta imponendo alla crisi con Washington e Seul ma soprattutto perché c'è una diffusa consapevolezza che un eventuale conflitto vedrebbe con ogni probabilità un massiccio impiego di armi di distruzione di massa. Gli ordigni chimici e nucleari sono infatti l'unico segmento militare nel quale Pyongyang gode di un‘assoluta superiorità nei confronti dei "cugini" del Sud mentre in un conflitto convenzionale la sofisticata tecnologia delle forze di Seul affiancate da quelle statunitensi surclasserebbero in poche ore l'obsoleto strumento militare nordcoreano.

Le difficoltà economiche che il Nord attraversa ormai dagli anni '90 hanno costretto infatti il regime a privilegiare lo sviluppo di armi di valore strategico quali gli aggressivi chimici, gli ordigni nucleari e i missili balistici a medio e lungo raggio. Strumenti che hanno garantito anche un ricco export di tecnologia in Iran, Pakistan e Medio Oriente mentre la carenze di risorse ha condannato al rapido invecchiamento il gigantesco apparato convenzionale nordcoreano composto da 1,2 milioni di soldati poco addestrati alla guerra e da migliaia di mezzi risalenti alla Guerra Fredda e considerati per lo più a bassa efficienza. L'apparato militare nordcoreano, le "Chosŏn inmin'gun" (Armata Popolare) conta su altri 500 mila riservisti e 4,3 milioni di cittadini inquadrati nella milizia popolare dotata per lo più di armi portatili e leggere e addestrati alla difesa di città e villaggi e alla guerriglia. L'esercito conta oltre un milione di soldati suddivisi in 36 divisioni (5 meccanizzate, 2 corazzate, 2 antiaeree e 27 di fanteria), 12 brigate (1 missilistica, 1 di paracadutisti, 16 corazzate e 4 di artiglieria) più 70 mila uomini del Corpo forze speciali composto da 3 reggimenti incursori, 3 reggimenti marines e 4 esploranti che costituiscono le unità meglio addestrate ed equipaggiate delle forze di Pyongyang.

Circa 3,500 i carri armati disponibili per lo più versioni prodotte in loco dei vecchissimi carri sovietici T-62 e T-55. Lo stesso si può dire dei circa 2,500 trasporti truppe corazzati e blindati del tipo BTR e BMP. Antidiluviani sono anche i 3.500 cannoni e mortai e i 2 mila lanciarazzi campali di calibro variante dai 107 ai 240 millimetri. Benché obsoleti cannoni e razzi katyusha sono in grado di creare un impressionante sbarramento di fuoco lungo la frontiera del 38° parallelo anche utilizzando proiettili a carica chimica (nervini e yprite) disponibili per i calibri maggiori come per le centinaia di missili balistici a corto, medio e lungo raggio Scud, Hwasong, Nodong e Taepodong, gli stessi che potrebbero anche già disporre di testate atomiche. Al di là della massa di uomini e mezzi l'intero apparato per la guerra convenzionale nordcoreano è fatiscente e sul campo di battaglia verrebbe spazzato via dai moderni armamenti statunitensi e sudcoreani.

Il vero tallone d'Achille delle truppe di Pyongyang è rappresentato dalla difesa aerea composta da vecchi missili SA-2/3, SA-5 più diversi SA-7 portatili e 8 mila cannoncini a tiro rapido efficaci solo a bassa quota e quindi inutili contro i moderni missili e bombe a guida laser e gps sganciati da quote e distanze elevate. Anche nei cieli avrebbero ben poco da dire i 370 ferrivecchi nordcoreani tra i quali i più recenti sono 40 Mig 29 e 10 Sukhoi 25 russi risalenti agli anni '90 affiancati da 230 decrepiti Mig 21, Mig 23 e AQ-5 cinesi e'70. Aerei che sarebbero solo in parte efficienti mentre l'aeronautica (80 mila militari) dispone solo di pochi piloti che riescono ad addestrarsi per un numero adeguato di ore a causa della carenza di carburante e ricambi per i velivoli. La Marina (46 mila militari) schiera un numero impressionante di unità leggere e motovedette (circa 600) per lo più armate di vecchi missili e siluri così come sono antidiluviani la ventina di sottomarini e le tre fregate di modello sovietico. Si tratta quindi di una forza navale costiera che nel 2010 è riuscita però ad affondare la corvetta sudcoreana Cheonan con un siluro lanciato da un sottomarino. La flotta schiera inoltre almeno una sessantina di piccoli battelli subacquei per operazioni di sabotaggio e infiltrazione di incursori. Schierate in buona parte a ridosso della frontiera, le forze convenzionali nordcoreane hanno due soli punti di forza: possono penetrare in massa nel territorio sudcoreano e possono colpire con l'artiglieria il centro di Seul situato a pochi chilometri dal confine.

Le forze sudcoreane dispongono di 640 mila militari dei quali 505 mila nell'esercito impegnato in un ampio programma di riorganizzazione su 39 divisioni e brigate. Una forza che vede il progressivo rimpiazzo del migliaio di vecchi tank statunitensi M-48 Patton (più volte aggiornati) con i carri armati K-1 e K-2 Black Panther di produzione nazionale presenti già in oltre 1.500 esemplari e tra i più avanzati al mondo. Anche nel settore dei trasporto truppe corazzati (2.500 veicoli) i mezzi K-300 e il nuovo l K-21 "made in Korea" stanno rimpiazzando i vecchi modelli statunitensi così come gli obici semoventi K-9 da 155 millimetri costituiscono l'ossatura dell'artiglieria che schiera oltre 3 mila cannoni e lanciarazzi campali. Ben 2,400 i missili antiaerei disponibili inclusi gli antimissile Patriot mentre nell'aria l'Aeronautica di Seul (65 mila militari) schiera circa 350 aerei da combattimento di origine per lo più statunitense come i 170 cacciabombardieri F-16 e i 60 caccia F-15, affiancati da 200 vecchi F-5 ed F-4 che vengono sostituiti dagli FA-50 prodotti in Corea e da decine di Lockheed Martin F-35.

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