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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2013 alle ore 21:32.

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Il Governo britannico, sempre più a corto di fondi, sta compilando una lista di asset da vendere. Un'altra ondata di privatizzazioni potrebbe essere una soluzione per riempire i forzieri vuoti del Tesoro.
La prima società in lista è Royal Mail, il servizio postale nazionale, che vale fra i tre e i quattro miliardi di sterline e sarebbe la più grande privatizzazione in Gran Bretagna dai tempi della vendita delle ferrovie British Rail negli anni Novanta. Una vendita, che Londra vorrebbe realizzare entro quest'anno, si prospetta però complessa ed è fortemente opposta dai sindacati e dai dipendenti, che oggi sono in sciopero.

Seconda in lista, anche se alla fine potrebbe essere ceduta prima di Royal Mail, è la quota del 33% che il Governo britannico detiene in Urenco, una delle solo quattro società al mondo che rifornisce le centrali atomiche di uranio arricchito. Urenco è seconda solo alla russa Tenex tra i grandi produttori di uranio arricchito e questa settimana ha annunciato risultati annuali positivi, con un aumento dei ricavi a 1,6 miliardi di euro.

Una vendita di Urenco, che ha il 30% del mercato globale e vale oltre 15 miliardi di dollari, è nell'aria da tempo – l'allora Governo laburista aveva tentato invano nel 2007 - ma per ragioni di sicurezza non si è finora realizzata, per il pericolo che informazioni riservate possano finire nelle mani sbagliate. Ora però il Governo olandese, uno dei fondatori insieme al Governo britannico, si è detto disposto ad accettare una vendita della quota detenuta da Londra, in cambio di rigide garanzie e controlli su chi la rileverá – società russe, mediorientali o cinesi sarebbero escluse. Anche le società tedesche Eon e Rwe hanno una quota che sono costrette a vendere, data la decisione del Governo tedesco di abbandonare l'energia nucleare dopo il disastro di Fukushima.

Secondo fonti attendibili i proprietari di Urenco hanno giá inviato lettere a possibili acquirenti chiedendo loro di farsi avanti con un'offerta non vincolante. I candidati sono il gruppo francese Areva, che ha già ingaggiato Nomura come consulente per concludere l'affare in tempi brevi, e il gruppo canadese Cameco, che invece si é rivolto a Goldman Sachs. Anche diverse societá di private equity, come Apax Partners, Carlyle Group, Blackstone e Kkr, potrebbero farsi avanti e una vendita potrebbe essere definita entro la fine dell'anno.

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