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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2013 alle ore 17:24.

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Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury (Corbis)Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury (Corbis)

I cristiani in Gran Bretagna si sentono "una minoranza perseguitata" e la colpa è del primo ministro: parola di Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury. In una lettera aperta pubblicata oggi, alla vigilia di Pasqua, l'ex leader della Chiesa anglicana rivolge le sue critiche direttamente al primo ministro.

Il Governo di Cameron sta "aiutando e incoraggiando l'aggressiva secolarizzazione" della società britannica. "Il pericolo, io credo, è che il Governo con il suo atteggiamento sia verso il matrimonio che la libertà religiosa sta alienando una grande minoranza di persone che, solo pochi anni fa, sarebbero stati considerati pilastri della società," scrive Carey, citando nella sua lettera un recente sondaggio secondo cui "oltre due terzi dei cristiani si ritengono parte di una minoranza perseguitata." L'arcivescovo si affretta a sottolineare che "pochi in Gran Bretagna sono realmente perseguitati," ma afferma che "il primo ministro ha fatto più di qualsiasi altro leader politico contemporaneo per alimentare questi timori".

Carey cita due esempi: il recente caso finito alla Corte europea di Strasburgo, nel quale gli avvocati del Governo di Londra avevano sostenuto che i dipendenti licenziati per avere continuato a indossare il crocefisso al collo nonostante il divieto dei datori di lavoro "dovrebbero semplicemente trovarsi un altro impiego". La Corte europea aveva invece dato ragione a una ex impiegata di British Airways che era stata licenziata per questo motivo.

L'altro caso citato dall'arcivescovo è la decisione del premier di rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso, nonostante l'opposizione della Chiesa anglicana e cattolica e di larga parte del suo stesso partito conservatore. Dietro questa spinta voluta da Cameron verso il matrimonio gay "c'è un approccio aggressivo, secolare e relativista verso un'istituzione che é stata la colla della societá," secondo Carey.
L'arcivescovo però concede al premier il beneficio del dubbio, scrivendo: "Mi piace David Cameron e ritengo sia davvero sincero nel suo desiderio di fare della Gran Bretagna una nazione generosa nella quale la gente si vuole bene e dove le persone religiose possono esprimere pienamente la loro fede, ma sembra che il suo Governo stia aiutando e incoraggiando questa secolarizzazione aggressiva a ogni passo".

Downing Street ha subito respinto le critiche, affermando che Cameron apprezza "il profondo contributo" della Cristianitá. Anzi, il premier in vista della Pasqua si è rivolto ai leader di tutte le religioni invitandoli ad opporsi alla secolarizzazione. Carey ha definito l'esortazione di Cameron "non poco ipocrita".

Intanto a dar man forte all'ex arcivescovo di Canterbury é arrivata la notizia che i problemi finanziari fanno bene alla religione. Secondo i dati della Diocesi di Londra, dal 2008 a oggi un numero sempre maggiore di banchieri frequenta le Chiese della City - il 25% in piú di prima della grande crisi. Secondo la Diocesi la recessione ha contribuito a far capire "la sterilitá del materialismo". Secondo i cinici si tratta invece di banchieri alla tardiva ricerca del perdono divino per i loro eccessi.

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