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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 16:13.

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Una disoccupazione nell'Eurozona stabile al 12% indica «quanto sia seria la situazione». E se la reazione del commissario europeo al Lavoro, Laszlo Andor, ai dati Eurostat sul numero dei senza lavoro, è di preoccupazione: sono dati inaccettabili, «una tragedia per l'Europa». Non meno preoccupati sono i commenti di esperti, partiti e sindacati alla fotografia scattata sull'Italia anche dall'Istat. Nonostante un lieve calo della disoccupazione, la realtà resta allarmante. «Non è l'inizio di una inversione di tendenza - sottolinea l'economista del lavoro, Carlo Dell'Aringa (Pd) - ma piuttosto un rimbalzo tecnico. C'è la crisi e l'occupazione è in calo. Solo che, probabilmente, la riduzione non avverrà così velocemente, al ritmo di 100mila unità in meno, come sembrava avviata leggendo i dati degli ultimi tre mesi».

I sindacati: il lavoro priorità assoluta
Il lavoro «emerge come priorità assoluta» e «il nuovo governo dovrà coniugare il rigore dei conti pubblici con misure per la crescita e l'inclusione lavorativa», dice il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra. E per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, «alla politica si chiede uno scatto di responsabilità con la presa di coscienza che il bisogno primario delle persone è il lavoro». Nell'immediato vanno fatte poche cose: «Diminuire le tasse, sbloccare i pagamenti verso le imprese, allentare il Patto di stabilità per far ripartire le opere pubbliche».

Sacconi: subito meno tasse e meno regole
«Eurostat ed Istat consegnano un quadro della disoccupazione europea e italiana stabilmente negativo», sottolinea l'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi (Pdl). Bisogna mettere in campo "terapie d'urto" che si devono rivolgere non solo alla liquidità delle imprese ma anche a un drastico incremento della convenienza ad assumere o a confermare lavori a termine. Serve poi «negoziare con la commissione europea l'uso del Fondo Sociale, nella sua dimensione residua del 2013 e in quella della prossima programmazione settennale, quale copertura per azioni di riduzione del costo del lavoro», ha aggiunto Sacconi. Anche per Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro, agenzia tecnica del ministero del Lavoro, i dati italiani ed europei di oggi 2 aprile sulla disoccupazione «certificano che è una vera emergenza sociale in tutta Europa». Per Reboani è necessario promuovere «una decisa azione di rilancio dell'economia» e «un segnale forte per una maggiore flessibilità in entrata. Si guardi all'esempio americano e si sfrutti la facilità di finanziamento per le imprese per stimolare la ripresa».

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