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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 13:30.

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Parata di stelle nella due giorni di Champions League che vale una mezza promessa per il passaggio alle semifinali del torneo più importante d'Europa. Tanti, tantissimi i fenomeni del pallone che nel giro di ventiquattro ore scenderanno in campo per definire le gerarchie del calcio continentale. Il prologo va in scena stasera con i protagonisti di Bayern Monaco-Juventus e Psg-Barcellona. Tempo un giorno e si chiude il cerchio con Malaga-Borussia Dortmund e Real Madrid-Galatasaray. La Champions mette in mostra i propri gioielli ed elargisce denaro a pioggia a chi promette gol e spettacolo. È un affare per tutti. È un piacere per tutti.

All'Allianz Arena di Monaco sono attesi circa 8mila tifosi bianconeri per assistere da vicino alla gara che può spiegare le logiche di una stagione. Sì, perché se è vero che per Bayern e Juventus la questione scudetto dovrebbe rappresentare ormai poco più che una formalità, considerando il vantaggio che entrambe le formazioni vantano sulle squadre che seguono in classifica, è altrettanto vero che è la Champions il palcoscenico che garantisce le soddisfazioni più grandi, anche sotto il profilo economico. Antonio Conte, tecnico della Signora, ha tirato la volata, dichiarando senza giri di parole che la Juve non ha alcuna intenzione di cedere il passo agli avversari, nemmeno nel loro quartier generale. Gli ha risposto a tono il collega dimissionario Jupp Heynckes, che presto lascerà il posto a sua maestà Pep Guardiola. «Ho capito quali sono i loro punti deboli», ha detto il tecnico tedesco nella conferenza stampa della vigilia. Come dire, sarà battaglia. Dal primo al novantesimo minuto.

Una difesa super contro un attacco da applausi. Buffon chiamerà a raccolta il trio delle meraviglie Barzagli-Bonucci-Chiellini per tenere a freno l'impeto dei magnifici quattro in maglia rossa. Un quartetto formato molto probabilmente da Ribery, Kroos, Mueller e Mandzukic, vale a dire tanta velocità, tanta classe e un elenco piuttosto lungo di colpi che possono cambiare l'inerzia di una gara in qualsiasi momento. A decidere le sorti dell'incontro, le scaramucce a metà campo tra Vidal, Pirlo e Marchisio da una parte, e da Schweinsteiger e Luiz Gustavo dall'altra. Campioni, meglio, campionissimi allo specchio per quella che molti hanno già battezzato come una finale anticipata. Dubbio Conte in attacco. Se Vucinic non ce la fa, pronta la coppia Matri-Quagliarella.

Telecomando a portata di mano, perché a Parigi è in programma il duello che sa di amarcord tra il Psg di Zlatan Ibrahimovic e il Barcellona di Lionel Messi. I due non si sono mai amati, nemmeno quando dividevano lo spogliatoio e sembrava che nessuno li potesse fermare. Lo svedese dallo sguardo di ghiaccio insieme con l'argentino dal piede d'oro. Sulla carta, un'abbinata da sogni. Eppure il progetto non funzionò, per ragioni che alcuni hanno archiviato alla voce "ego". Ma, a parte loro, c'è da stropicciarsi gli occhi. Thiago Silva, Lavezzi, Verratti, Pastore, Lucas alle prese con Xavi, Iniesta, Villa, Busquets, Mascherano e Jordi Alba. Insomma, di tutto, un po'. Roba da intenditori.

E questo è soltanto l'inizio. Domani si riparte. Il Borussia dei giovani che fanno gola a tutta l'Europa andrà a far visita a quella che fino a un paio di mesi fa era considerata un'armata prossima al rompete le righe. Il Malaga è tra le prime otto della Champions e con Isco & Co. conta di ribaltare i pronostici e fare grande ancora una volta la Spagna. Che ospiterà l'altra grande partitissima dell'andata dei quarti di finale: Real Madrid-Galatasaray. Due italiani d'adozione in panchina, Mourinho e Terim, e un carico di fuoriclasse da non muoversi dal divano per tutta la durata della gara. Qualche nome? Cristiano Ronaldo, Benzema, Di Maria, Xabi Alonso, Ozil, Drogba, Burak Yilmaz e Sneijder. Vero, ci sarebbe anche Felipe Melo, ma fare il genio della lampada in Turchia non vale se non si è riusciti a fare benissimo in Italia.

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