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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 10:47.
«Il Movimento 5 Stelle non accorderà nessuna fiducia, o pseudo fiducia, a un governo politico o pseudo tecnico (in sostanza di foglie di fico votate dai partiti). Bersani non è meglio di Monti, è semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia». Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog.
Intanto non si attenua il fuoco di sbarramento dei partiti - soprattutto a destra - sulle nuove commissioni di saggi volute dal presidente Napolitano, oggi all'esordio. In prima fila tra i contrari il capogruppo M5S al Senato, Vito Crimi, che arriva a rimpiangere il possibile governo Bersani (un suo governo anche senza fiducia «poteva andare avanti alla stregua dell'attuale governo Monti»), e il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta. Ospite di "Radio anch'io" (Rai 1) questa mattina Brunetta ha puntato il dito contro le perdite di tempo invocando un nuovo governo: «Chi si mette di traverso su questo si prende una responsabilità enorme». Confermata la linea del Pdl: «O si fa un governo di larga coalizione da subito o si torna a votare, qualunque altra strada è irresponsabile».
Gasparri (Pdl): «Bene anche governo a guida Pd ma noi ne staremo fuori»
Gli fa eco in diretta a Tgcom24 il collega di partito Maurizio Gasparri (Pdl), che dopo le indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera sullo stato d'animo di Napolitano ribadisce la stima del centrodestra nel capo dello Stato - «Abbiamo grande stima per Napolitano», ma spiega che «il partito può anche accettare un governo guidato da un esponente del Pd ma noi vogliamo farne parte. Se questo non è possibile allora siamo per il ritorno alle urne. Non possiamo trasformare un terzo degli italiani in maggioranza, perché non è così. Sarebbe una lesione dei principi democratici».
Il "saggio" Quagliariello (Pdl): «Strumento per uscire da vicolo cieco»
Intervenendo a "La Telefonata" di Maurizio Belpietro in onda su Canale 5, uno dei "saggi" di area centrodestra, Gaetano Quagliariello, getta acqua sul fuoco delle polemiche e rilancia sulla concretezza degli obiettivi su cui lavoreranno le due commissioni: «Non mi piace la definizione di "saggio". Credo che se comunque saranno uno strumento per facilitare l'uscita da vicolo cieco nel quale siamo finiti saranno una cosa buona. Se diventeranno qualcosa di diverso per ampliare la palude sarò il primo a denunciarlo». Non possiamo scrivere la Costituzione – conclude - «non siamo stati chiamati per questo, ma per dimostrare che c'è un elenco di iniziative concrete sulle quali i partiti possono lavorare per dare vita ad un governo».
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