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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2013 alle ore 13:11.

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Mario Balotelli come Mario Draghi, Mario Monti, Barack Obama, Lionel Messi ed Enrico Fermi. Secondo la Gazzetta dello Sport in edicola oggi, l'attaccante del Milan e della Nazionale di Prandelli sarebbe stato inserito nella lista delle cento persone più influenti del mondo nel 2012 proposta come da tradizione dall'autorevole settimanale statunitense Time. La notifica sarebbe stata recapitata via fax negli uffici monegaschi di Mino Raiola, il superprocuratore di Supermario. Che pare abbia immediatamente comunicato la notizia al suo assistito, felice come mai prima d'ora per un riconoscimento che spetta di solito ai grandissimi del pianeta. L'elenco ufficiale e definitivo sarà diffuso da Time il 18 aprile, ma gli inviti per la serata di gala in programma a New York il 23 aprile sono già partiti. Da qui, l'indiscrezione che ha rivelato il nome di Balotelli tra i cento Vip del 2012.

Time e Balotelli, una simpatia di lunga data. Il settimanale aveva già riservato spazio e attenzioni al calciatore rossonero nello scorso novembre, dedicandogli addirittura una copertina. E non è una cosa da poco se si considera che prima di lui avevano raggiunto un simile traguardo personaggi del calibro di Gianni Agnelli, Silvio Berlusconi, Luciano Pavarotti e Primo Carnera. Come dire, uomini popolari in tutto il mondo e pure di più, anche se per ragioni diverse. I giornalisti del Time che intervistarono per l'occasione Balotelli ne rimasero favorevolmente colpiti, tanto da dichiarare: «Abbiamo trovato Mario adulto, intelligente e accattivante». Promosso a pieni voti, quindi.

Poco campo, tante divagazioni extrasportive. Lo dicono i numeri. Il 2012 di Balotelli non è stato certo irresistibile sotto il profilo sportivo, anzi. Nel Manchester City, Supermario ha contribuito alla vittoria in Premier League della scorsa stagione in modo tutt'altro che esaltante, con un discreto carico di reti (13), ma anche con tanta panchina e una serie piuttosto lunga di richiami all'ordine da parte degli arbitri inglesi, che hanno fatto fatica a contenere il suo impeto sul terreno di gioco. Poi, il lungo isolamento. Che è durato fino a gennaio, quando il club inglese ha deciso di cederlo al Milan perché non ha più creduto possibile la sua convivenza con il tecnico Roberto Mancini. Balotelli, difficile da accontenere. Fuori e dentro il campo. La stampa inglese lo sa bene. Tanto che sulle sue balotellate da artista ha pubblicato migliaia di articoli.

Dice il famoso adagio di Oscar Wilde: "C'è solo una cosa al mondo peggiore del fatto che si parli di te e questa è che non se ne parli". Insomma, il successo segue strade non sempre riconoscibili. E quando arriva, è come un ciclone, investe tutto e tutti senza fare prigionieri. Balotelli piace anche e soprattutto per la sua capacità di fare tendenza. Perché è un ottimo giocatore, certo, e l'ha dimostrato nella nuova esperienza in Serie A, ma pure perché è riuscito a entrare nell'immaginario collettivo. Questione di talento, questione di feeling. Che a volte c'è e a volte non c'è. Magari per una semplice dimenticanza. In attesa di dare la notizia ufficiale dei cento "eletti" del 2012, il sito web di Time ha proposto da qualche giorno ai suoi lettori un sondaggio che permette di dare la propria preferenza a cento possibili candidati a entrare nella lista definitiva. C'è Mario Draghi, non c'è Mario Balotelli.

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