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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2013 alle ore 20:10.

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Come i fenomeni carsici, tornano gli allarmi sanitari, necessariamente globali, di grande impatto mediatico al di là dei veri rischi per la salute. Di influenza aviaria, dovuta ai volatili, si parlò per la prima volta nel 1997 quando fu riconosciuta una trasmissibilità all'uomo ma divenne paura di massa nel 2005, quando dal Sudest asiatico minacciò l'Occidente. Ilvirus iniziò a fare vittime nel Sud della Cina poi in Vietnam, Russia, fino ad allarmare Europa e America (iniziò l'Olanda a vietare l' allevamento di polli all' aperto). Il virus era la variante H5N1 e la paura che, mutando senza soste, potesse infettare direttamente gli uomini. Si temevano un miliardo di casi nel mondo e 360 milioni di morti nel mondo, cosa che poi non accadde.

A otto anni di distanza si riparla di aviaria negli stessi termini: un'infezione moderata, che al momento si trasmette solo dai volatili all'uomo e incapace di trasmettersi da uomo a uomo, ma da non perdere assolutamente di vista perché in breve tempo potrebbe diventare molto più aggressivo e pericoloso. La nuova variante si chiama H7N1 e di nuovo è apparsa nella Cina orientale dove gli esperti internazionali che lo stanno studiando sul campo. «È come cercare di avvistare uno tsunami settimane prima che arrivi», osservano. Il fatto che il virus sia comparso in diverse regioni della Cina lascia pensare che abbia la capacità di diffondersi rapidamente, ma non ci sono ancora dati sufficienti per capire come si sta spostando con l'aiuto degli uccelli. Il virologo britannico John McCauley, direttore del centro collaborativo sull'influenza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) presso il britannico Medical Research Council, rileva che il virus appartiene alla famiglia dei virus influenzali di tipo A ed il suo sottotipo (H7N9) «non aveva mai colpito l'uomo finora». Attualmente tutti i casi registrati sono seguiti dai Centri cinesi per il controllo delle malattie e in questo momento il principale obiettivo è sapere se questo virus è in grado di trasmettersi da uomo a uomo.

Le differenze dal virus precedente
Sembra chiaro che il virus H7N9 è diverso dal celebre H5N1, il virus dell'aviaria da anni nel mirino degli esperti. Parenti stretti del virus H7N9 hanno invece già colpito l'uomo di recente, nel periodo compreso fra il 1996 e il 2012: si chiamano H7N2, H7N3, e H7N7 e sono comparsi in Olanda, Italia, Canada, Stati Uniti, Messico e Gran Bretagna. È la prima volta, dicono gli esperti, che un virus del sottotipo H7 compare in Cina. Per l'epidemiologo Adrian Sleigh, della Australian National University, nel 2008 sono state pubblicate alcune evidenze che i virus del sottotipo H7 stavano acquisendo la capacità di trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, al momento non ci sono elementi per considerare il nuovo virus come la possibile origine di una nuova pandemia, ha osservato l'immunologo Robert Booy, dell'università australiana di Sydney. «Finora è improbabile una pandemia legata a questo virus. Sono state registrate alcune mutazioni che suggeriscono la capacità di adattarsi ai mammiferi, tuttavia da qui alla capacità di trasmettersi da uomo a uomo la strada è molto lunga". Naturalmente, prosegue, «il tasso di mortalità finora registrato è molto elevato», ma i casi complessivi sono ancora pochi per trarre conclusioni.

Ansie americane
Come otto anni fa, anche stavolta però gli Stati Uniti si sono messi al lavoro per trovare un vaccino alla misteriosa H7N9 che sta colpendo la Cina, dove al momento il bilancio è di 14 casi di contagio, di cui sei letali. Non solo per beneficenza ma per le ripercussioni economiche che già oggi hanno pesato negativamente sulle Borse asiatiche. Il Centers for Disease Control and Prevention, l'organismo di controllo della sanità pubblica in America, ha chiarito che si tratta di uno studio «solo di precauzione», e che ci vorrà almeno un mese per ottenere dei risultati sebbene gli scienziati abbiano deciso di accelerare i tempi lavorando su Dna sintetico piuttosto che attendere l'arrivo di un campione del virus dalla Cina. La nuova influenza aviaria, di cui ancora non si conosce la pericolosità, non sembra trasmissibile tra persone, ma solo al contatto con volatili infetti. Come spiega il New York Times, fino ad ora si era riscontrata solo negli uccelli selvatici, ma a contagiare le prime vittime sarebbero stati volatili destinati ad uso domestico: le autorità sanitarie cinesi hanno riscontrato il virus in un piccione in vendita in un mercato di Shanghai.

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