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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2013 alle ore 13:25.

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Anna Maria Sopranzi e Romeo Dionisi (Ansa)Anna Maria Sopranzi e Romeo Dionisi (Ansa)

Si sono impiccati voltandosi le spalle e guardando il muro gonfio di umidità di una cantina-box con una porta e una grata arrugginite di Via Calatafimi 40, uno stabile degli anni 70 con i mattoni rossi e un portoncino anonimo di alluminio anodizzato che brilla sotto la luce metallica dell'insegna di un negozio per animali. È un concentrato di orgoglio, disperazione e quella minuta ma incoercibile dignità che Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi pensavano fosse stata violata per sempre. Distrutti per un debito accumulato prima con una banca e poi con una finanziaria con il miraggio di colmare la voragine che la nuova legge sulle pensioni aveva aperto nella vita di Romeo, il muratore sessantaduenne con 35 anni di contributi versati.

Due anni fa la prima doccia fredda. L'azienda edile con la quale lavora da una vita lo scarica. Apre la partita Iva e diventa piccolissimo imprenditore nel campo delle ristrutturazioni edilizie. Non va, i lavori ci sono ma si accumulano i crediti non riscossi. I clienti non pagano, e a Romeo non resta che chiedere ai pochi pescecani sopravvissuti al crollo del mercato edilizio. Torna manovale alla corte di impresari improvvisati che non lo pagano. L'Inps però esige i pagamenti trimestrali dei contributi, altrimenti addio pensione. La casa in affitto costa 600 euro al mese e la pensione da casalinga di Anna riesce a malapena a coprire le spese per la pigione, poi ci sono i 700 euro di pensione di Giuseppe, il fratello settantrenne di Anna che appena scopre i corpi appesa a una trave che Romeo ha installato personalmente in cantina nemmeno una settimana fa, corre per la disperazione verso il mar Adriatico che bagna Civitanova Marche e si lascia inghiottire tra i flutti.

Venti giorni fa marito e moglie erano saliti dal primo al terzo piano dello stabile di via Calatafimi dove abita il presidente del consiglio comunale ed ex sindaco Ivo Costamagna. Anna tormenta un fazzoletto che stringe tra le mani e confessa a Costamagna: «Verranno a pignorarci la macchina, capisci? È un'umiliazione troppo grande, io non ce la faccio». L'amico Ivo cerca di sdrammatizzare, dice che li accompagnerà personalmente ai servizi sociali. Ma i due coniugi sono irremovibili: noi in Comune non ci mettiamo piede. Romeo mette nella mani di Ivo un bigliettino scritto a stampatello in cui scrive le sue generalità e indica il lavoro che cerca: manovalanza. La decisione di farla finita in realtà è già presa: ieri, all'alba, due corpi senza vita pendono da una trave in legno installata personalmente dal manovale Dionisi Romeo nella cantina di via Calatifimi 40 a Civitanova Marche.

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