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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2013 alle ore 16:46.

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Nel 2011 Meryl Streep veste i panni dell'ex primo ministro in The Iron Lady. (Afp)Nel 2011 Meryl Streep veste i panni dell'ex primo ministro in The Iron Lady. (Afp)

Sono molti i registi che hanno voluto raccontare la figura e le politiche di Margaret Thatcher, primo ministro britannico dal 1979 al 1990 e prima e unica donna finora a ricoprire la carica di premier del Regno Unito, scomparsa oggi a 87 anni.

Figura politica controversa, la Thatcher ha ispirato tra gli anni Ottanta e Novanta un vero e proprio genere cinematografico, il cosiddetto "cinema thatcheriano". Si trattava di film molto critici nei confronti delle riforme economiche del primo ministro, che mostravano il peggioramento delle condizioni di vita della classe operaia e la deindustrializzazione di vaste aree del paese. Tra i più severi censori della Thatcher va annoverato Ken Loach (Riff Raff' e Piovono pietre), ma le tirate d'orecchie contro l'ex ministro non sono mancate neppure dopo, con la Thatcher già ritiratasi dalla scena politica: è il caso di Grazie signora Thatcher (1997), Full Monty (1997) e Billy Elliot (2000).

L'interesse del cinema per la lady di ferro non è scemato nemmeno 20 anni dopo la fine del suo mandato da premier, tanto che nel 2009 la BBC ha trasmesso il tv-movie Margaret, con la Thatcher interpretata da Lindsay Duncan e nel 2011 è stata addirittura Meryl Streep a vestire i panni dell'ex primo ministro in The Iron Lady di Phyllida Lloyd, che tenta un risicato equilibrio tra profilo pubblico e dimensione privata, fino ad arrivare agli ultimi anni della statista, quelli segnati da una grave forma di demenza senile. Per questa interpretazione, il 26 febbraio 2012, la Streep ha vinto il suo terzo premio Oscar.

Ma anche il mondo della musica non è mai stato tenero con "Maggie". A partire dall'inquivocabile Margaret on the Guillotine (1988), esordio solista di Patrick Morrissey. Fece scalpore la copertina di Sanctuary, singolo del 1980 degli Iron Maiden: sulla copertina c'era Eddie, mascotte della band, con in mano un grosso coltello e, per terra, il cadavere della Thatcher. La "Iron lady" apparve anche nella copertina del singolo successivo degli Iron Maiden Women in Uniform, raffigurata armata di mitragliatrice e pronta a vendicarsi su Eddie. Sempre nel 1980 i Clash pubblicano l'album Sandinista!, dichiarando che il nome l'hanno deciso in seguito al tentativo di Thatcher di proibire la parola "sandinista". Anche i Pink Floyd, in The Final Cut (1983), attaccano la guerra delle Falkland con un riferimento esplicito a "Maggie" nel brano The Fletcher Memorial Home.

Nel 1983 esplode il caso Thatchergate. La banda anarco-punk Crass pubblica infatti un disco di estratti di discorsi pubblici della Thatcher e del presidente degli Stati Uniti Reagan. La registrazione viene presentata come un'intercettazione telefonica tra i due, in cui la leader britannica sembra far intendere che il cacciatorpediniere HMS Sheffield D80, impegnato nella guerra delle Falkland, sia stato sacrificato per provocare un'aggravarsi della guerra, visto che (secondo la ricostruzione) Reagan esortava l'alleata a concludere pacificamente il conflitto.

Altri riferimenti contro la Thatcher e il thatcerismo compaiono in Thatcherites di Billy Bragg, Opportunities (Let's Make Lots of Money) del 1986 dei Pet Shop Boys e in Tramp the Dirt Down (1989) di Elvis Costello.

Perfino Bud Spencer e Terence Hill, in Non c'è due senza quattro (1984) ironizzano sulla Lady di ferro. Bud giocherella con la foto della Thatcher chiedendosi chi mai sia quella buffa anziana signora dall'aspetto innocuo. Il manager lo riprende stizzito: «Quella è la Signora Thatcher. E' stata nostra cliente. Le abbiamo procurato un sosia». A quel punto interviene Terence Hill che osserva sarcastico: «Non ne bastava una sola…».

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