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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 13:14.

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"Grazie al cielo ci sono i russi!". A Bormio, albergatori e ristoratori accolgono a braccia aperte i ricchi turisti russi, attirati dalle terme e dalle piste di sci. Secondo l'Independent la gente di Bormio non mostra quella reazione un po' snob verso il nuovo denaro russo che si è manifestata, per esempio, sulla costa toscana.

"Siamo contenti che ci siano i russi, perché con la crisi gli italiani vengono qui solo i week-end", dice al cronista britannico Michael Day il proprietario del bar Magenin.
In certi ristoranti, "i menù russi hanno la precedenza su quelli inglesi", nota l'Independent. Bormio si è adattata alla clientela. Gli hotel e gli uffici del turismo si sono perfino dovuti informare su Ded Moroz (Nonno Gelo), Babushka e Snegurochka (la fanciulla di neve), i personaggi della mitologia invernale slava che i russi conoscono molto meglio del nostro Babbo Natale.

Il giornale locale "La Provincia settimanale" è lusinghiero: "Si tratta di turismo d'élite, di qualità, per alcuni è anche meglio del turismo americano di 30-40 anni fa".
Non mancano tuttavia quelli che l'Independent definisce "scontri culturali": "Era divertente vedere il manager degli antichi Bagni Romani, piuttosto pretenziosi, discutere con un gruppo di turisti russi, in inglese rudimentale, la corretta etichetta da seguire alle terme, dopo che i clienti si erano messi a correre in giro e colpirsi l'un l'altro con gli asciugamani".

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