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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 18:18.

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È passato più di un mese dalla fine delle prove scritte del concorso per insegnanti. Le correzioni vanno avanti: in alcune regioni e/o classi di concorso sono finite, e si sa già quando sarà il test successivo, in altri casi ancora non si sa nulla. I sindacati si dicono tranquilli sulla tempistica: per ora non hanno ricevuto segnalazioni di ritardi particolari.

Le preoccupazioni riguardano altri aspetti: dai pensionamenti molto ridotti rispetto all'anno scorso, che lasceranno scoperti meno posti da stabilizzare, ai tempi complessivi del concorso, che potrebbero impedire a parte dei vincitori di iniziare a lavorare da "fissi" già a settembre.

«Da quello che sappiamo le correzioni sono a buon punto, si sono presi il tempo necessario», dice Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil. Dalla Uil Scuola fanno sapere di non aver avuto notizia di ritardi eccessivi, e anche la Cisl di categoria nega che ci sia inquietudine sulla questione, spiegando che la valutazione procede a macchia di leopardo. «Ogni regione ha i suoi tempi, e all'interno di ogni regione vale lo stesso per le singole classi di concorso», dicono dalla Cgil. Del resto, a inizio marzo il ministero aveva avvertito: le commissioni hanno fino a tre mesi per finire il loro lavoro. Quindi ci sono ancora quasi due mesi per restare nei tempi.

Quello che però pare possibile, parlando con i sindacati, è che nell'anno scolastico 2013/14 inizi a lavorare una parte dei vincitori più piccola rispetto alle previsioni. Lo scorso settembre il ministro Profumo parlava di 7.351 posti: «Quest'anno però andranno in pensione circa 10mila insegnanti – dice Pantaleo – e per legge metà di loro dev'essere sostituita da chi è in graduatoria. Quindi come si fa a immettere i 7mila che usciranno dal concorso?». Cisl e Uil sottolineano che quella del governo era una previsione, e che si sapeva già che se alla fine i numeri saranno diversi chi rimarrà fuori entrerà in aula a partire dal 2014/15. Il numero di chi dovrà aspettare potrebbe salire anche per ragioni di tempo: non quello della correzione degli scritti in particolare, ma quello complessivo del concorso. «Probabilmente in alcune materie non si riuscirà a far entrare in aula le persone da ‘fisse' già a settembre», spiega Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. Il rischio è che una parte dei vincitori abbia la certezza del posto, ma debba rinunciare a iniziare a lavorare (e a ricevere lo stipendio) già da settembre.

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