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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 12:55.

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Il Def, Documento di economia e finanza, costituirà il "piatto forte" del Consiglio dei ministri convocato per domani a Palazzo Chigi. A dare notizia dell'ordine del giorno predisposto dal governo il presidente del gruppo Misto di Montecitorio, Pino Pisicchio, che ha riferito quanto annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, nella corso della conferenza dei capigruppo che si è svolta questa mattina alla Camera.

Nel Def non sono attese sorprese: il Governo dovrebbe confermare le stime già contenute nella relazione al Parlamento che è stata varata prima del decreto sui debiti Pa, con il deficit al 2,9% del Pil nel 2013, per poi passare a -1,3 quest'anno e a +1,3 l'anno prossimo. Quanto al Piano nazionale di riforme, l'Esecutivo potrebbe iniziare a discutere dei principali indirizzi di politica economica sulla strategia Lisbona 2020, tra crescita e occupazione, ma è improbabile che si vada oltre una indicazione di massima che poi dovrà essere approfondita e specificata dal nuovo governo.

«La discussione è aperta - ha sottolineato lo stesso Pisicchio a margine della riunione dei capigruppo - su quali modalità il Parlamento deve usare per esaminare il documento tenendo conto del fatto che questo governo non è nella pienezza dei suoi poteri». Insieme al Def, il governo potrebbe poi esaminare il Piano nazionale per le riforme (Pnr) e l'allegato Infrastrutture che devono essere inviati alle istituzioni europee entro il 30 aprile. In conferenza si é dunque discusso delle modalità con le quali il Parlamento dovrà esaminare il Def, visto che ancora non si sono insediate le commissioni permanenti.

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