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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2013 alle ore 21:11.

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Via libera oggi al Senato per il decreto Sanità che interviene sulla sperimentazione con cellule staminali e autorizza a proseguire per «massimi 18 mesi», «in via eccezionale» e «sotto stretto monitoraggio clinico» le cure con il metodo Stamina solo per i pazienti che abbiano già avviato la sperimentazione e solo «in strutture pubbliche che rispettino le normative vigenti». A seguire, le polemiche per l'allarme lanciato dalla Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isscr), presieduta dal premio Nobel Shinya Yamanaka: «Non è chiaramente affermato nella letteratura scientifica che le cellule staminali mesenchimali abbiano alcuna efficacia nel migliorare le condizioni neurologiche». Immediata la replica del ministero della Sanità, costretto a gettare acqua sul fuoco: il governo italiano «non ha autorizzato alcuna terapia non provata a base di staminali».

Balduzzi costretto a precisare i termini della sperimentazione
In una nota, il ministro Renato Balduzzi precisa infatti che il decreto sotto accusa «ha solo concesso in via eccezionale la prosecuzione di trattamenti non conformi alla normativa vigente per i pazienti per i quali erano stati già avviati alla data di entrata in vigore del decreto, la maggior parte dei quali in applicazione di sentenze della magistratura, e ha contemporaneamente imposto uno stretto monitoraggio clinico dei casi in questione». La legge di conversione del decreto - approvato all'unanimità per alzata di mano dall'Aula di palazzo Madama, ed ora atteso alla Camera - prevede «che l'ulteriore utilizzazione dei medicinali a base di cellule staminali mesenchimali, già impiegati nei mesi scorsi in difformità alle disposizioni vigenti, possa avvenire per un periodo massimo di 18 mesi unicamente nell'ambito di sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche che rispettino le normative vigenti. Anche i laboratori di produzione di questi medicinali cellulari devono risultare idonei ai sensi della stessa normativa».

I timori degli esperti internazionali
A dare fuoco alle polveri, dopo il boom di petizioni lanciate da famiglie di bambini malati per chiedere che in Italia venga ritenuto legittimo il ricorso alle cure compassionevoli con cellule staminali adulte secondo il metodo della Stamina foundation, la «preoccupazione» della «comunità scientifica internazionale» espressa in una nota pubblicata sul sito dell'Isscr «per il fatto che trattamenti basati sulle cellule staminali non sperimentati in modo adeguato siano immessi sul mercato» italiano dopo il sì del nostro Governo a «terapie non provate». «Non è chiaramente affermato nella letteratura scientifica - scrivono poi gli esperti guidati dal Nobel Yamanaka - che le cellule staminali mesenchimali abbiano alcuna efficacia nel migliorare le condizioni neurologiche».

Bubbico (Pd): «Passo in avanti che dà speranza a cittadini malati»
Nella sua relazione che ha preceduto l'approvazione dell'Aula, il relatore Filippo Bubbico (Pd) ha definito il decreto «un passo avanti che dà una speranza di cura per quei cittadini affetti da malattie rare e per le quali manca ancora certezza terapeutica», e ha ricordato come un altro aspetto disciplinato del provvedimento - la proroga di un anno per la chiusura definitiva degli Ospedali psichiatrici giudiziari - garantirà «la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale dei pazienti sottratti al regime carcerario».

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