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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2013 alle ore 11:20.

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Nella foto il leader del M5S, Beppe GrilloNella foto il leader del M5S, Beppe Grillo

Un cultore della rete e dello streaming come Beppe Grillo chissà cosa ne penserà del docufilm "Tsunami Tour", sulla sua vittoriosa campagna elettorale, uscito in anteprima sul grande schermo in data unica, ieri sera 10 Aprile in varie città. Forse un evento web sarebbe stato più coerente per un filmato che non volendo essere un'inchiesta vuole essere "la fotografia di cio' che e' accaduto, di un fenomeno" come dicono gli autori Gianluca Santoro e Chiara Burtulo.

Non è il primo caso di ripresa in diretta di una campagna elettorale, in Italia c'è il precedente di "Milano 55,1- Cronaca di una settimana di passioni" opera collettiva realizzata da una decina di registi che avevano seguito quella che due anni fa aveva portato Giuliano Pisapia a diventare sindaco di Milano.

A differenza di questi registi che erano anche sostenitori della campagna elettorale gli autori dello "Tsunami Tour-Un comico vi seppellirà" dichiarano di essere una produzione indipendente e di "non essere stati sponsorizzati da 5 Stelle per le immagini".

Il lavoro pur non avendo scopi celebrativi e tanto meno agiografici di fatto è incentrato su Beppe Grillo, protagonista assoluto con guest star le opinioni di vari commentatori ed esperti di media tra cui spicca quella di Carlo Freccero. Per lo studioso Grillo sta alla rete come Berlusconi alla televisione, e il segreto del loro successo politico sta nell'aver capito e presidiato prima degli altri questi canali della comunicazione. Sarà senz'altro così ma con lo scorrere delle immagini del film si rafforza la sensazione che l'effetto tsunami del tour sta nel fatto di essere stata un'onda montante nelle decine di piazze italiane toccate e arringate dal comico genovese, che in sostanza ha fatto una campagna vecchio stile sul territorio a contatto con la gente, e non solo col popolo del web o della televisione.

A differenza dei suoi avversari politici che hanno preferito gli studi tivù o i teatri Grillo dopo la traversata a nuoto dello stretto di Messina ha presidiato le piazze, poco meno di un centinaio, talvolta subendo le contestazioni e gli umori delle persone, cosa che di questi tempi è facile accada ai politici come accaduto la scorsa settimana alla Presidente della Camera Laura Boldrini. In una scena si vede Grillo sceso giù dal palco per abbracciare un disoccupato sconfortato e disperato in lacrime, insomma un fatto assai raro in un tempo in cui i politici si sottraggono per starsene in situazioni più protette. I due cinereporter hanno avuto il merito e l'intuito di trovarsi nel tour fin dall'inizio ed è il motivo per cui non hanno incontrato l'ostracismo subito dai ritardatari giornalisti italiani che in extremis hanno cercato di raccontarlo.

Così se questi ultimi più volte sono stati ricusati e cacciati, come si vede nelle immagini, Gianluca Santoro e Chiara Burtulo di fatto erano "embedded" e non sono mai stati cacciati via. E' tale la loro integrazione che nel documentario, a un certo punto Grillo si concede addirittura in un'intervista, sdraiato sul letto del camper contento per l'affetto dei suoi concittadini genovesi e di sentirsi "Profeta in patria finalmente, tanto più che Genova e' una citta' difficile, che non da' niente per niente".

Insomma pare proprio che per ottenere un' intervista dal leader dei grillini non serva insistere ma come spiegano i due autori basta trovarsi al posto giusto nel momento giusto e può darsi che a sorpresa accada come loro, fatti entrare da Grillo nel camper. Certo il leader era consapevole che i due fossero una produzione indipendente, ma è controproducente adottare toni e atteggiamenti aggressivi che invece andrebbero messi da parte. A partire dallo slogan ripreso nel titolo " un comico vi seppellirà" a cui a nostro avviso andava preferito l'altro messaggio più positivo "L'onestà andrà di moda" usato sul profilo Facebook di Grillo.

Pur come detto nel filmato si vedano scene di tensione contestazione da lui ricevute nel corso dello tour , è indubbio che gli autori mostrano una certa simpatia per lui. Ma la questione a nostro avviso non è tanto la loro sintonia quanto di scelta stilistica e taglio narrativo che poteva essere più di indagine e reportage del fenomeno e meno di puro scatto fotografico in quanto pericoloso lasciarsi portare dallo tsunami.

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