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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2013 alle ore 18:43.

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Domani a Palazzo Spada (la sede del Consiglio di Stato) le urne rimarranno aperte per l'intera giornata, dalle 9 alle 21, così da consentire a tutti i giudici amministrativi di vatare per il rinnovo del Consiglio di presidenza, l'organo di disciplina della categoria, così come il Csm lo è per i "cugini" ordinari. Saranno eletti i componenti togati, ovvero quattro magistrati (più due supplenti) in rappresentanza dei consiglieri di Stato (il quinto è il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, che è anche al vertice del Consiglio di presidenza) e sei per i Tar (più due supplenti). Ognuno vota i propri delegati. Sarà poi compito del Parlamento completare la squadra dell'organo di autogoverno per i prossimi quattro anni con l'indicazione di quattro laici: due li designerà il Senato e gli altri la Camera.

Clima arroventato
Il rinnovo del Consiglio di presidenza cade a ridosso di un periodo movimentato per il Csm dei giudici amministrativi, che ha approvato una delibera, entrata in vigore il 1° marzo scorso, con la quale sono stati rivisti i carichi di lavoro. Intervento che ha suscitato molti malumori nell'ambiente delle toghe amministrative, perché in tanti - soprattutto i presidenti di sezione del Consiglio di Stato e i presidenti dei Tar - l'hanno letta come una diminuzione dell'attività dei giudici. Interpretazione che se sarà confermata dai fatti, rallenterà il processo di smaltimento dell'arretrato, che, nonostante i progressi degli ultimi anni, è di oltre 370mila cause. Solo l'applicazione della delibera - i cui nuovi criteri per l'assegnazione dei fascicoli sono piuttosto cervellotici e si prestano a diverse letture - potrà però confermare o smentire tali preoccupazioni.

L'ultima polemica
Sta di fatto che il clima all'interno della magistratura amministrativa - le cui due anine, quella dei Tar e del Consiglio di Stato, sono sempre state distanti - non è dei più sereni. E non ha certo aiutato a rasserenarlo l'ultima polemica legata proprio alle elezioni per il rinnovo dell'organo di autogoverno, con il segretario generale della giustizia amministrativa, Oberdan Forlenza, che ha negato ai suoi colleghi che raggiungeranno la capitale per le votazioni, il rimborso per il pernottamento. Se si intende trascorrere il fine settimana a Roma - è stato il ragionamento di Forlenza - i soldi per l'albergo li si deve pagare di tasca propria. Altrimenti, si può fare tutto domenica con un viaggio di andata e ritorno, visto che le urne restano aperte per l'intera giornata.

L'incontro di formazione
La decisione del segretario generale non ha mancato di innescare ulteriori discussioni e, alla fine, il problema è stato aggirato con l'organizzazione di un incontro di formazione per questo pomeriggio al Tar Lazio. L'appuntamento, rigorosamente a porte chiuse, sul tema della privacy nella giustizia amministrativa, a cui partecipa anche il Garante della riservatezza Antonello Soro, dà diritto al pernottamento romano a spese dell'amministrazione.

I candidati
È in questo clima, dunque, che domani si voterà per eleggere il nuovo Consiglio di presidenza. Per i consiglieri di Stato sono in corsa, tra gli altri, Carmine Volpe, Ermanno De Francisco e Manfredo Atzeni. I candidati dei Tar sono, invece, Linda Sandulli, Sergio Zeuli, Giuseppina Adamo, Giovanni Tulumello, Michelangelo Francavilla, Giulia Ferrari, Concetta Plantamura, Massimiliano Balloriani. Già domani sera si consceranno i nomi dei togati che faranno parte del nuovo Consiglio di presidenza. Le operazioni di spoglio sono facilitate dal fatto che questa volta si potrà indicare una sola preferenza.

L'incertezza sui laici
A quel punto, per completare la squadra mancheranno i quattro componenti laici, che dovranno essere indicati dal Parlamento. L'incertezza del quadro politico rende, però, questo appuntamento difficile da prevedere. Se le Camere non dovessero mettersi d'accordo e protrarre la designazione dei quattro laici fino alla scadenza dell'attuale organo di autogoverno, si porrà il problema di come comportarsi. A quel punto, infatti, il nuovo Consiglio di presidenza, per quanto rinnovato nei componenti togati, non potrà entrare in funzione e si dovrà anche valutare se e fino a quanto si potrà prorogare l'operatività dell'organo attuale.

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