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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2013 alle ore 12:18.

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«Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato per la Presidenza della Repubblica, ma non parteciperò come candidato alle votazioni odierne«. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo, nella giornata del ballottaggio tra la rosa dei candidati votati dagli iscritti al Movimento 5 Stelle, nei quali era stato scelto anche il leader dei Cinque Stelle. Candidati che con l'auto esclusione di Grillo restano in nove: Emma Bonino, Gian Carlo Caselli, Dario Fo, Milena Jola Gabanelli, Ferdinando Imposimato, Romano Prodi, Stefano Rodotà, Luigi detto Gino Strada, Gustavo Zagrebelsky. La selezione era stata effettuata il 13 aprile in una sola giornata visto che il sito di Grillo era stato sottoposto a numerosi attacchi di hacker, tanto che era stato necessario annullare le votazioni del giorno precedente e ripeterle. Si vota online dalle ore 11 alle 21. Alla votazione possono partecipare gli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 che abbiano inviato i loro documenti digitalizzati.

Votazione senza spese

«Quasi 50.000 persone hanno potuto esprimere democraticamente, senza chiedere un euro a nessuno, la loro preferenza per il Capo dello Stato». Nel frattempo, aveva scritto Grillo, «la coppia Bed & Breakfast Berlusconi e Bersani decideva in segreto il presidente dell'inciucio per salvaguardare entrambi, un atto antidemocratico e ributtante».

Grillo: la montagna dei saggi ha partorito il topolino delle ovvietà
«La montagna dei saggi ha partorito il topolino delle ovvietà e delle contraddizioni», aveva scritto Beppe Grillo sul suo blog. «Nell'attesissima relazione a Napolitano i saggi hanno incredibilmente riscontrato che la pressione ficale é troppo alta, che la riforma Fornero va rivista e che lo Stato deve pagare le imprese in 30 giorni - si legge nel post di Grillo -. Si sono accorti che le retribuzioni dei dirigenti pubblici sono eccessive e che serve una nuova legge sul conflitto di interessi (proposta del saggio Violante?). Si sono stracciati le vesti per i raggiri ai referendum e dicono che deve essere vietato «ripristinare la norma abrogata e comunque aggirare il risultato referendario». Non a caso precisano che il finanziamento pubblico ai partiti é "ineliminabile", nonostante sia stato eliminato proprio da un referendum del 1993, puntualmente raggirato l'anno successivo«.

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