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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2013 alle ore 17:00.
L'ultima modifica è del 16 aprile 2013 alle ore 14:58.

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WASHINGTON - La strada per la ripresa, nelle economie più sviluppate, resterà "accidentata" anche se le prospettive globali sono migliorate. Il Global Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, all'apertura degli incontri di primavera di Fmi e Banca Mondiale, dipinge un quadro di crescita ancora faticosa, con una marcia dell'output mondiale del 3,3% nel 2013, ridimensionata rispetto al 3,5% atteso a gennaio, e del 4%, invariata, l'anno successivo.

L'attività economica dovrebbe "gradualmente accelerare nelle grandi economie avanzate, dopo un debole inizio del 2013, con gli Stati Uniti nel ruolo di guida". I policymaker nei paesi avanzati sono riusciti, in particolare, a neutralizzare "due delle principali minacce per la crescita globale, una spaccura dell'euro e una brusca contrazione fiscale negli Stati Uniti causata dal fiscal cliff". Per i mercati emergenti e in via di sviluppo, l'attività "ha già preso forza".

I rischi però permangono: nel breve periodo anzitutto dall'area euro, tra i quali le incertezze legate agli eventi di Cipro e alla politica italiana. L'Outlook qui prevede una contrazione dello 0,3% nel 2013. Nel medio periodo le sfide principali saranno in generale rappresentate da "fatica" da aggiustamento fiscale, insufficienti riforme istituzionali, una prolugata stagnazione nell'eurozona e elevati deficit e debito negli Stati Uniti e in Giappone. Un quadro, cioé, che non permette ai governi e alle autorità "di rilassare i loro sforzi".

Il capoeconomista del Fondo, Olivier Blanchard, nella lettera allegata al Weo ammonisce inoltre che una ripresa globale a due velocità, solida nei mercati emergenti e più debole in quelle avanzate, "sta diventando a tre velocità, con i mercati emergenti ancora forti e, tra le economie avanzate, una divaricazione tra Stati Uniti ed Eurozona". E una simile "ripresa squilibrata è ancora pericolosa".

La prescrizione del Weo, in questo quadro, prevede cosi' per le economie avanzate un graduale ma sostenuto "aggiustamento fiscale", con misure che limitino i danni all'attività economica e politiche monetarie accomodanti che sostegano la domanda interna. A Usa e Giappone, in particolare, vengono chiesti piani di medio periodo  di consolidamento fiscale. All'area euro un rafforzamento dell'Unione monetaria ed economica. Per i mercati emergenti alcune "strette" appaiono "appropriate" nel medio periodo.

Più in dettaglio, per le economie avanzate, dopo una crescita dell'1,2% l'anno scorso, la previsione è per un +1,2% quest'anno (contro l'1,3% precedente) e un +2,2% l'anno successivo (meglio del 2,1% stimato a gennaio). Non ci sono significative pressioni collegate all'inflazione e la situazione dovrebbe rimanere tale: per il 2013 è atteso un +1,7% e per l'anno successivo un +2%.

Negli Stati Uniti, dove le condizioni del credito "sono gradualmente migliorate", dopo una marcia dell'economia del 2,2% l'anno scorso, è attesa una crescita dell'1,9% nel 2013 e del 3% nel 2014 (meno rispetto alle stime di gennaio, pari al 2,1 e al 3,1%). L'inflazione dovrebbe attestarsi all'1,7% nel 2013 e al 2% nel 2014, in linea con il target del 2% fissato dalla Federal Reserve, mentre il tasso di disoccupazione dopo l'8,1% del 2012, dovrebbe calare al 7,7% nel 2013 e al 7,5% l'anno successivo. Per il Giappone, dopo il 2% del 2012, è attesa una crescita dell'1,6% nel 2013 e dell'1,4% nel 2014 (migliorata rispetto alle stime di gennaio, rispettivamente pari all'1,2 e allo 0,7%).

L'economia dell'area euro, che si contrarrà quest'anno dello 0,3%, crescerà dell'1,1% nel 2014 stando al Weo. Le stime per il 2013 sono state riviste al ribasso dal -0,1% indicato lo scorso gennaio. L'economia dell'Eurozona è in miglioramento rispetto alla variazione negativa dello 0,6% sofferta nel 2012. Ma la disoccupazione è anticipata al 12,3% quest'anno e il prossimo rispetto all'11,4% calcolato nel 2012.

Nei paesi emergenti è attesa una crescita del 5,3% nel 2013 e del 5,7% nel 2014 (meno rispetto alle stime di gennaio, rispettivamente per il 5,5 e il 5,8%). Per la Cina (dopo il +7,8% dell'anno scorso) è pronosticata una crescita dell'8% nel 2013 e dell'8,2% nel 2014 (meno rispetto alle stime di gennaio, rispettivamente dell'8,1 e dell'8,5%). Il Fondo monetario affronta anche i timori che, nel difficile quadro economico globale, scatti un deprezzamento dei tassi di cambio per ottenere vantaggi competitivi. Li definisce però "eccessivi", affermando che al momento "non sembrano esserci grandi deviazioni delle principali valute dai fondamentali di medio termine".

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