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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2013 alle ore 23:01.

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Giornata convulsa e di tensione oggi all'ospedale San Raffaele di Milano: nella mattinata infatti la polizia e un'ottantina di lavoratori si sono scontrati, e tre dipendenti sono rimasti contusi, nel tentativo di occupare l'accettazione, come avvenuto lunedì. Dopo di che tredici lavoratori sono saliti sul tetto dell'ospedale, da cui sono scesi solo dopo le 19, per richiedere l'intervento della regione Lombardia per far riaprire la trattativa con le parti in causa e bloccare i licenziamenti.

Cresce la tensione nell'ospedale
«Vergogna, non siamo noi che dobbiamo pagare la crisi del San Raffaele», dicono i dipendenti dell'ospedale San Raffaele dopo che ieri alcuni lavoratori hanno ricevuto le prime, annunciate, lettere di licenziamento. La salita sul tetto del settore "C" è avvenuta dopo che i lavoratori sono riusciti a raggiungere dai sotterranei l'accettazione presidiata dalle forze dell'ordine. Qui intorno alle 7.30 un centinaio di dipendenti, che voleva ripetere il blocco dell'accettazione già avvenuto ieri, era stato fermato da un cordone di poliziotti che ha impedito l'accesso ai dipendenti. Ne è nato anche un piccolo tafferuglio.

Tra i lavoratori che sono saliti sul tetto dell'ospedale per «rendere ancora più visibile la protesta» e chiedere alla Regione Lombardia di farsi carico della vicenda con l'apertura di un tavolo di confronto con l'azienda, ci sono anche due dipendenti che hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Le missive (che dovrebbero essere una quarantina a cui potrebbero aggiungersene altre 200) erano partite la settimana scorsa dopo che con un referendum, i lavoratori avevano bocciato l'intesa raggiunta dall'azienda con la Rsu il 21 gennaio scorso al ministero del Lavoro.

Per incontrare i dipendenti in mobilitazione e i loro rappresentanti, nel nosocomio fondato da Don Verzé è arrivato l'ex candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli insieme con la collega consigliere lombarda Lucia Castellano e con la capogruppo del M5S Silvana Carcano, che già ieri era intervenuta in via Olgettina. «È un momento drammatico e la Regione, per prima, deve svolgere un ruolo di mediazione e noi abbiamo chiesto la convocazione delle rappresentanze dei lavoratori e e dell'azienda per avere un quadro completo e nel confronto delle parti su quelle che sono le prospettive» ha spiegato Ambrosoli, sottolineando che quella in atto «non è una lotta tra parti ma è il dramma di un sistema che ci era stato dipinto come eccellenza e che non è sostenibile su quelli che sono i dati attuali: d'altro canto ce l'ha già detto il Tribunale Fallimentare di Milano e dobbiamo aiutare tutte le parti a trovare la soluzione migliore».

Fronte sindacale spaccato
Il fronte sindacale del San Raffaele si è spaccato, con le sigle di base dell'Rsu, più intransigenti, e i confederali più disponibili a trattare e propensi a chiedere gli ammortizzatori sociali.

A convincere stasera i 13 lavoratori, a scendere dal tetto dell'ospedale sono state le rassicurazioni arrivate da Palazzo Lombardia. «Abbiamo ottenuto l'impegno da parte degli assessori competenti a incontrarci per tentare una nuova mediazione che porti alla riapertura della trattativa con l'amministrazione.

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