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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2013 alle ore 15:24.

I rilievi della polizia sul luogo della strage di Duisburg (Ansa)I rilievi della polizia sul luogo della strage di Duisburg (Ansa)

Lo hanno beccato a Castelnuovo Scrivia, piccolo centro in provincia di Alessandria, periferia est di un Piemonte sempre più infiltrato dalle mafie. Sebastiano Strangio, 38 anni e un pedigree criminale da super boss, si aggirava indisturbato per le strade del paese, con gli occhi aperti e l'attenzione ai dettagli che ogni latitante deve avere.
Viveva in questo posto lontano oltre mille chilometri dal suo Aspromonte, da San Luca, terra dell'inferno criminale calabrese. Portava con sé documenti falsi. Un nome nuovo che non può niente, però, quando hai una faccia ricercata dalle procure di mezza Europa. E quando i poliziotti arrivati da Reggio Calabria lo hanno individuato, non hanno avuto alcun dubbio sulla sua reale identità.

Sebastiano Strangio era latitante dal 2007, e si portava dietro accuse pesanti che vanno dall'associazione mafiosa, all'omicidio. Un uomo importante, nelle gerarchie delle 'ndrine sanlucote. Lui, secondo l'accusa, aveva avuto un ruolo di primissimo piano in una delle faide più sanguinose della criminalità organizzata calabrese. La faida di San Luca, appunto.

Una strage iniziata da un lancio di uova
San Luca, paesino che diede i natali a Corrado Alvaro, conta meno di cinquemila anime. Qui i cognomi sembrano tutti uguali. Ne rimarranno stupiti gli inquirenti tedeschi, nel 2007, venendo proprio a San Luca. Un paesino che sorge ai piedi dell'Aspromonte reggino, ed è considerato da sempre il cuore pulsante della ‘ndrangheta. È qui, nella frazione di Polsi, che i clan si sono impadroniti di un santuario dedicato alla Madonna e ne hanno fatto un luogo di ritrovo per i più corposi "meeting" criminali.

È un posto senza pace, questo. Da oltre vent'anni due clan avversi si fanno la guerra seminando terrore e vittime giovanissime. Le famiglie Pelle-Vottari e Nirta-Strangio si danno la caccia dal maledettissimo 1991, quando, durante un noioso carnevale di paese, i ragazzini delle due diverse fazioni finirono per litigare dopo un lancio di uova. Dalle uova al sangue il passo fu brevissimo. E iniziarono gli agguati. Decine di morti, fino a una pace più o meno credibile negli anni 2000. Poi arrivò il Natale 2006, e l'omicidio di Maria Strangio, sorella del Sebastiano arrestato oggi e moglie del boss Giovanni Nirta. I Pelle-Vottari la crivellarono a colpi di kalashnikov mentre festeggiava la notte di Natale sul balcone di casa. Passarono otto mesi, e la vendetta degli Strangio arrivò spietata e puntuale. Sei morti, su un marciapiede di Duisburg, centro nevralgico della Germania europeizzata. Una mattanza di ventenni firmata Giovanni Strangio, fratello di Maria e del Sebastiano che oggi, in un comune anonimo del Piemonte, ha detto addio alla sua latitanza.

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