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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2013 alle ore 14:54.

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La Corte di Assise di Taranto ha condannato all'ergastolo Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano per l'omicidio della cugina 15enne Sarah Scazzi, compiuto il 26 agosto 2010. Michele Misseri è stato condannato a otto anni di reclusione per concorso nella soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi e per furto aggravato del telefonino della vittima. La decisione è arrivata dopo 4 giorni di camera di Consiglio.

La Corte di Assise di Taranto ha disposto anche l'isolamento diurno di 6 mesi in carcere per Cosima Serrano e Sabrina Misseri. E ha condannato a sei anni di reclusione ciascuno per concorso in soppressione di cadavere Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri.
Due anni di reclusione sono stati inflitti all'ex difensore di Sabrina, Vito Russo, per intralcio alla giustizia. Per i tre favoreggiatori, la corte ha inflitto un anno di reclusione ciascuno ad Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, con pena sospesa.

Il pubblico presente in tribunale ha applaudito timidamente. Presenti in aula, oltre a una cinquantina di cittadini autorizzati ad assistere al verdetto, la madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo, il padre Giacomo Scazzi e il fratello Claudio, che si sono costituiti parte civile al processo. «Questa sentenza verrà ribaltata totalmente» ha detto l'avvocato Franco De Jaco, uno dei legali di Cosima Serrano. «La Corte si è presa cinque giorni per ribadire le stesse cose che avevano detto i pubblici ministeri».

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