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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2013 alle ore 00:11.

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Nel giorno che segue la rielezione di Giorgio Napolitano, il Friuli Venezia Giulia al voto per le elezioni regionali fa registrare un netto calo dell'affluenza: hanno votato poco più di tre elettori su dieci. Le elezioni «impossibilì per analisti e sondaggi si trovano così di fronte a un fattore che poi potrebbe risultare decisivo: il numero di elettori.

A fine giornata l'affluenza tocca il 35,14%: cinque anni fa, quando la sfida tra Renzo Tondo e Riccardo Illy era nello stesso giorno delle elezioni politiche tra Berlusconi e Veltroni, i votanti erano stati il 55,46%. E anche alle politiche di due mesi fa il dato sull'affluenza del primo giorno era stato nettamente più alto, pari al 56,32%. Sono numeri che fotografano - per la prima volta con l'ufficialità del voto popolare - anche il crescente fastidio degli italiani per lo stallo politico, alla vigilia della settimana che finalmente dovrebbe dare al Paese un governo.

Come può incidere l'affluenza sul risultato? Gli elettori del Friuli Venezia Giulia vengono considerati più vicini al centrodestra che al centrosinistra: l'unico presidente mai eletto dal centrosinistra è stato proprio l'industriale Illy, fatta eccezione per la breve presidenza di Renzo Travanut (oggi nella segreteria politica di Debora Serracchiani), durata meno di un anno, nel 1994, con il Pds. Una bassa affluenza potrebbe allora favorire la candidata del Pd? I flussi elettorali sono tutti da studiare, tra emotività varie per il voto sul capo dello Stato, la crescente insofferenza per la classe politica e i partiti, e le relazioni dirette con i 589 candidati ai 47 posti da consigliere regionale. E soprattutto, l'alta astensione potrebbe essere un lato della medaglia: il peso del Movimento 5 Stelle, primo partito in regione alle politiche di febbraio, potrebbe completare il quadro.

Nella circoscrizione di Trieste la percentuale dei votanti è stata del 31,58%, a Gorizia del 35,43%, a Udine, dove si vota anche per Comune e Provincia, del 37,05%, a Pordenone del 36,23% e a Tolmezzo del 30,71%.

La giornata dei candidati - Franco Bandelli (Un'Altra Regione), Saverio Galluccio (M5S), Renzo Tondo (Centrodestra) e Debora Serracchiani (Centrosinistra) - è stata tranquilla. Qualche elemento di tensione è però arrivato da Roma, dove Beppe Grillo ha rilasciato due volte dichiarazioni sul voto in Friuli Venezia Giulia, a urne aperte. «Il Friuli sarà forse la prima regione e cinque stelle e poi ci sarà Roma e forse ce la faremo, non ci fermano più», ha affermato Grillo nella diretta web in cui ha commentato l'elezione di Napolitano. Nell'epoca dei social network la campagna, di fatto, non finisce mai.

Il concetto di silenzio online non è contemplato nè regolamentato, ma solitamente i politici evitano dichiarazioni sul voto. Serracchiani ha così replicato al leader del M5S,
accusandolo di aver «riaperto platealmente la campagna elettorale, proprio mentre i cittadini stanno esprimendo il loro voto. Sono preoccupata - ha detto Serracchiani - per questo modo di concepire il rispetto delle regole soprattutto nei momenti più alti e delicati della democrazia».
Oggi si vota fino 15. poi lo spoglio e in poche ore i risultati di una sfida all'ultimo voto.

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