Partiti in attesa delle "istruzioni" di Re Giorgio

Tutti aspettano oggi pomeriggio per sapere da Giorgio Napolitano quel che accadrà. Mai sull'avvio del settennato di un Capo dello Stato si era concentrata tanta attenzione e anche tante aspettative. Re Giorgio, come è già stato prontamente ribattezzato, detterà la linea, lasciando sullo sfondo i partiti che l'altro giorno, saliti in processione al Colle, gli hanno chiesto di rimanere. Adesso c'è da capire in che modo questo "sfondo" tenterà di riprendersi la scena.

Silvio Berlusconi ancora una volta dimostra di essere il più veloce nell'adeguarsi e non si fa trovare impreparato. I suoi araldi (Alfano in testa) in questi giorni continuano a riproporre i temi della campagna elettorale, a partire dall'abolizione e dal rimborso dell'Imu. è presumibile che, visti i costi dell'operazione, non ci credano neppure i Cavaliere e i suoi messi. Ma è comunque utile per evitare di finire nella palude del totonomi e per marcare la distanza da quel Pd con cui tra non molto potrebbe ritrovarsi a comporre una nuova, strana maggioranza. I democratici continuano infatti a essere preda di una sorta di autodafé in ordine sparso, con tanto di abiure su possibili premier o ministri targati Pd. Non si capisce in questo momento neppure chi avrà il compito di rappresentare il partito al Quirinale, quando cominceranno le consultazioni.

Matteo Renzi prova a rimettere ordine dichiarando apertamente che il problema adesso non è tanto mettersi a discutere di formule (larghe intese, governo di scopo eccetera) quanto prendere posizione sulle scelte ritenute prioritarie per uscire dalla grave crisi economica e in questo modo assumere la guida delle proposta di governo, lasciando per una volta a Berlusconi e Grillo il ruolo di inseguitori. Al momento però le parole del sindaco di Firenze sembrano essere solo un auspicio. E forse l'unico che può mettere fine alle febbrili convulsioni interne al Pd è esclusivamente Giorgio Napolitano.

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