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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 20:28.

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Diminuiscono i furti di beni culturali (tranne quelli nelle chiese), calo anche degli scavi clandestini accertati, mentre non conosce flessioni il settore delle falsificazioni di reperti antichi. Sono i risultati dell'attività del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che ha presentato il bilancio delle azioni svolte nel 2012. Bilancio che ha voluto prendere in considerazione anche l'aspetto commerciale del settore, per capire quanto la crisi stia incidendo sul mercato degli antiquari. Ebbene, l'analisi dei dati (in questo caso riferiti al 2010 e al 2011) incrociata con il monitoraggio dei siti d'area che si dedicano all'e-commerce, ha registrato la chiusura del 20% degli antiquari.

Il crollo degli antiquari
Le regioni che hanno risentito maggiormente del fenomeno sono il Triveneto, la Calabria e la Sicilia. Se si va ancora più nel dettaglio, si scopre che in città considerate da sempre punti di riferimento del mercato dell'antiquariato - come Bergamo, Varese, Brescia, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo - hanno chiuso i battenti, nel biennio esaminato, 480 negozi. Fenomeno a cui si accompagna sia quello della chiusura di note case d'asta a Milano, Venezia e Genova sia l'altro dell'assenza di manifestazioni di antiquariato in Campania, uno dei mercati più effervescenti. Tutti indicatori di quanto la crisi economia stia mordendo il settore, che in alcuni casi cerca di riconvertirsi nell'e-commerce, che garantisce grandi potenzialità di espansione, facilita l'incontro tra domanda e offerta e consente di abbattere sensibilmente le spese di gestione.

Nelle chiese furti in aumento
Più confortanti sono, invece, i dati che fotografano l'attività di contrasto dei furti d'arte svolta dai Carabinieri. Come ha illustrato il generale Mariano Mossa, comandante del nucleo di tutela del patrimonio culturale, nel 2012 le sottrazioni di beni culturali sono state complessivamente 891, contro le 906 del 2011, nel corso delle quali sono stati trafugati 17.338 reperti contro i 33.806 dell'anno prima. In controtendenza i furti nelle chiese, passati dai 366 del 2011 ai 424 del 2012, con 1.567 oggetti asportati (+19% rispetto al 2011). Le incursioni nelle chiese, spesso favorite dalla mancanza di adeguati sistemi di allarme, sono da ascriversi soprattutto - rilevano i Carabinieri - a delinquenza comune, che si accontenta di rubare pochi pezzi (in particolare, beni bibliografici) per collocarli subito sul mercato a basso costo e realizzare immediata liquidità. Diminuisce pure l'attività dei "tombaroli": nel 2012 sono stati accertati 37 scavi clandestini, contro i 52 dell'anno prima.

Il mercato delle contraffazioni
Non conosce, invece, sosta la contraffazione dei beni culturali, come dimostra il valore di questo mercato illegale: nel 2012 sono stati sequestrati falsi oggetti per 78 milioni di euro, contro i 56 milioni del 2011. I Carabinieri si sono dedicati, in particolare, a indagare le filiere organizzate della contraffazione, in grado di intervenire dalla produzione alla commercializzazione delle opere.

Le persone denunciate
L'attività dell'Arma ha portato nel 2012 alla denuncia di 1.150 persone (erano state 1.083 nel 2011), delle quali 20 sono state sottoposte a provvedimenti restrittivi. Sono stati sequestrati beni culturali per 157 milioni di euro e recuperati 55.527 reperti, oltre 53mila dei quali libri. A tal proposito, il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, ha annuciato che il ministero si è costituito parte civile nel processo per il furto alla biblioteca Girolamini di Napoli. L'azione di contrasto del comando di tutela continua anche nell'anno in corso, come dimostra il recente sequestro eseguito nella capitale e in provincia di oltre 2mila reperti, per un valore di più di 35 milioni di euro.

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