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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2013 alle ore 18:24.
È salito a oltre 160 morti il bilancio del crollo di un palazzo di otto piani stamattina alla periferia di Dacca. Lo riferisce il quotidiano Daily Star aggiungendo che i feriti sono circa 600. I soccorritori sono ancora al lavoro per cercare superstiti sotto le macerie dell'edificio "Rama Plaza" che ospitava un centro commerciale, diversi laboratori di abbigliamento e una banca.
Da quanto si è appreso, lo stabile era stato evacuato alcuni giorni fa dopo che si erano formate delle larghe crepe e si erano staccati dalla facciata dei calcinacci. Nonostante il pericolo, centinaia di operai e impiegati erano tornati al lavoro. Da anni i lavoratori del settore tessile e dell'abbigliemento del Bangladesh conducono aspre battaglie per migliorare le proprie condizioni di lavoro e retribuizioni.
Secondo quanto riporta l'Agence France Presse due imprese con sede nell'edificio crollato - la New Wave Style and New Wave Bottoms - avrebbero avuto tra i propri clienti brand occidentali come Mango e Benetton. Una tesi smentita dal gruppo italiano che ha precisato in una nota che i laboratori coinvolti nel crollo del palazzo di Dacca non collaborano in alcun modo con i marchi della società di Ponzano Veneto. Il Bangladesh è uno dei maggiori esportatori mondiali nel settore tessile e dell'abbigliamento e tra i clienti delle imprese locali ci sono molti dei brand occidentali più famosi.
I soccorritori hanno salvato circa 100 persone, ma si teme che molti siano ancora intrappolati sotto le macerie. Secondo quanto riporta la stampa locale soltanto il primo piano è rimasto in piedi. È la seconda tragedia che colpisce il settore tessile di Dacca negli ultimi sei mesi. Lo scorso novembre un rogo in una fabbrica di abbigliamento aveva provocato la morte di 112 lavoratori.
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