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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2013 alle ore 12:39.

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Una specie di azione WikiLeaks in cui una sigla che si definisce "hacker del Pd" stamane, giorno di nomina del governo sostenuto da Pd, Pdl e Scelta Civica guidato dal vicesegretario Pd Enrico Letta, annuncia che sta per pubblicare il contenuto di 7.600 email dei deputati del movimento Cinque Stelle. Si chiamano "Anonymous Movimento Cinque Stelle leak" (qui il sito) e minacciano di mettere online il contenuto delle comunicazioni fra deputati grillini, da novembre a oggi, se non verranno rivelati i redditi di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio nonché il «dettaglio dei ricavi derivanti «dal sito www.beppegrillo.it e correlati».

In giornata la conferma del M5S, la minaccia sembra vera: non sono vuoti i file caricati dagli «hacker del Pd», ma contengono effettivamente quanto annunciato da chi ha violato la posta elettronica personale di Giulia Sarti deputata ventiseienne del M5S, capolista grillina per l'Emilia-Romagna. Probabilmente la stessa parlamentare grillina, come altri attivisti del Movimento, è stata ingannata dal malfunzionamento dei siti che ospitavano i file. Anche la Sarti ha preso atto della cosa, informata dall'Ansa. Si tratta di migliaia di mail, a una prima occhiata risalenti fino a giovedì scorso.

La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sull'hackeraggio delle caselle di posta di alcuni parlamentari del M5S. L'indagine, affidata alla polizia postale, punta a individuare i computer dai quali è partita la violazione delle caselle email e i responsabili dell'attacco hacker.

In mattinata, il Pd aveva ha già smentito in una nota che il sedicente gruppo sia collegato o collegabile al partito e, in verità,; in mattinata ancora non si vede nessun contenuto delle mail dei deputati grillini ma solo i loro indirizzi di posta elettronica che scorrono nel video del sito qui linkato. In tutta sarebbero le caselle di posta elettronica di una trentina di parlamentari del Movimento 5 Stelle, "bucate" per mesi, il cui contenuto è stato letto e "salvato". I "pirati", che si autodefiniscono "Gli hacker del Pd", parlano su Youtube e minacciano M5S di rendere noto il contenuto integrale delle mail dei parlamentari se non verranno esaudite le loro richieste.

A dare notizia del presunto ricatto è il sito de l'Espresso, i cui giornalisti, sostengono, hanno parlato con i responsabili dell'iniziativa. Nel video si legge, mentre scorrono immagini di esponenti del movimento di Grillo: «Vi abbiamo osservato per lungo tempo. Abbiamo studiato ogni vostra mossa. E siamo rimasti delusi. Un movimento che poteva portare una speranza è finito per arricchire pochi. Promuovete la trasparenza, ma non la praticate in casa. È venuto il momento della resa dei conti. Abbiamo una copia di tutte le vostre email. Se non le volete vedere pubblicate, dovete soddisfare alle nostre richieste».

Gli hacker minacciano di pubblicare ogni settimana il contenuto della casella email di un parlamentare stellato diverso. Si tratta, sempre, di caselle che i parlamentari hanno presso provider privati e non di quelle di Camera e Senato: l'operazione sarebbe cominciata infatti nel novembre dello scorso anno, quando gli esponenti spiati non erano ancora stati nemmeno candidati. Cosa che fa pensare che si tratti di una resa dei conti all'interno del movimento o di persone che comunque lo conosce bene e da tempo. La prima casella pubblicata, quella di Giulia Sarti, è una casella di Hotmail. Il link fornito dagli hacker, almeno al momento, non sembra funzionare e risulta impossibile scaricare il file zippato che dovrebbe contenere le mail rubate.

In mattinata il comunicato cinque stelle recitava: «In merito alla notizia di una violazione degli indirizzi di posta elettronica di diversi deputati del MoVimento 5 Stelle, compiuta da sedicenti hacker del Pd, e alla minaccia di pubblicare settimanalmente i contenuti delle mail violate e tenute sotto controllo da mesi, teniamo a puntualizzare che i nostri parlamentari non hanno nulla da nascondere». Lo scrive il gruppo M5S alla Camera che assicura «non ci sono scheletri negli armadi né segreti a proposito dei redditi di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio». «A questi pirati elettronici, che - sottolineano i grillini - siamo convinti nulla abbiano a che fare col Partito Democratico, consigliamo di recarsi nelle Camere di Commercio e nelle Agenzie delle Entrate competenti territorialmente per aver accesso a bilanci e dichiarazioni dei redditi. Non saranno certamente le minacce - conclude la nota - a fermare il percorso di profondo rinnovamento che il M5S sta portando dentro i palazzi del potere».

Davide Zoggia, deputato Pd vicino a Bersani: «Ai parlamentari del movimento 5 stelle intendo rivolgere la mia solidarietà per lo squallido quanto grave episodio di cui sono stati vittima. Rubare informazioni personali, introdursi nella mail privata dei parlamentari al di là delle rilevanze penali é un gesto inaccettabile e da condannare con forza. «La sfera personale- aggiunge- non deve mai essere compromessa. Per questo spero che le autorità facciano al più presto luce sull'intera vicenda, compreso il tentativo di coinvolgere il Pd in quanto avvenuto. Come già precisato questa mattina di fronte alle notizie di stampa circa sedicenti hacker "vicini al pd", il partito democratico non ha niente a che fare con costoro».

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