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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 12:29.

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Beppe Grillo (LaPresse)Beppe Grillo (LaPresse)

Controcorrente, come spesso accade, la linea di Beppe Grillo, che ha "celebrato" la Liberazione pubblicando sul suo blog un post dai toni sarcastici, a cominciare dall'incipit: «Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile é morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto».

Il messaggio cita la celebre canzone "Dio è morto", di Francesco Guccini, con il quale Beppe Grillo lega Festa della Liberazione e formazione del governo, con un link alle parole «membro del Bildeberg» che indirizza alla biografia di Enrico Letta su Wikipedia. «Oggi evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere».

Immediate le reazioni degli altri partiti alle parole usate da Grillo. «Finché ci saranno raduni per hitler, camicie nere, pogrom razzisti é bene che si continui a ricordare e a festeggiare il 25 aprile», scrive ad esempio Nichi Vendola in un tweet. Per Nico Stumpo, deputato Pd, «Grillo continua a parlare a sproposito. Se c'è una cosa sulla quale proprio lui non ha nulla da dire è il 25 aprile che rappresenta il giorno del ritorno alla libertà e alla democrazia, parole a lui sconosciute».

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