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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 13:04.

Uno strumento fondamentale quando non si riesce a pianificare il futuro, come accade oggi con la crisi. È l'orario, dice Luciano Miotto, vice presidente per i rapporti sindacali di Confindustria Veneto ed ex vicepresidente di Federmeccanica, uno dei fattori principali di produttività delle imprese. Bene, quindi, l'intesa firmata l'altro ieri tra Confindustria e sindacati, che rende pienamente operativa la detassazione del premio di produttività e che punta sugli orari come principale leva. Una spinta per le aziende a migliorare l'organizzazione, e quindi la produttività, in vista di una ripresa che secondo Miotto comincia a dare qualche timido segnale.
«Rapidità della consegna, oltre ai servizi in aggiunta, sono due fattori determinanti per essere più competitivi e battere la concorrenza estera che sta diventando sempre più agguerrita», continua Miotto. Flessibilità di orario, turni e straordinari consentono di ridurre i «tempi di attraversamento interno del prodotto», e quindi di rispondere quanto più tempestivamente agli ordini. Non solo: secondo Miotto le aziende, che magari già faticosamente hanno mantenuto la manodopera aspettando la ripartenza della produzione, punteranno sulla flessibilità di orario e quindi di organizzazione interna per far partire il volano della ripresa, ovviamente ripagando il lavoratore.
Importante, secondo Miotto, anche la possibilità prevista nell'accordo di stipulare accordi aziendali anche per le piccole imprese che non hanno una rappresentanza sindacale in azienda, avvalendosi dell'assistenza delle associazioni di Confindustria e delle territoriali sindacali. «Sono molte - spiega Miotto - le piccole imprese che sono in questa situazione, anche per loro quindi si crea la possibilità di utilizzare più flessibilità di orario legata agli sgravi previsti dalla legge».
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