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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 06:41.

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CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa annuncia: lo Ior cambierà. Che la banca vaticana fosse uno dei capitoli più spinosi e delicati della riforma della Curia che arriverà nei prossimi mesi era dato per scontato. Ma le parole pronunciate ieri da Bergoglio a braccio, quasi casualmente nell'omelia mattutina a Santa Marta sono chiare. «Quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. E la Chiesa non è una ong. È una storia d'amore ...». E aggiunge, rivolgendosi all'assemblea: «Ma ci sono quelli dello Ior, scusatemi, eh! ... tutto è necessario, gli uffici sono necessari, eh, va bè! Ma sono necessari fino ad un certo punto: come aiuto a questa storia d'amore. Ma quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada». Francesco ha insistito sull'essenza profonda della Chiesa che non deve mai considerarsi una «impresa» che fa «patti per avere più soci» e misura il suo successo in termini organizzativi. Il Papa – che ha conosciuto e apprezzato l'opera dello Ior a sostegno delle diocesi argentine durante la crisi di fine anni '90 – ha quindi scavato le fondamenta del lavoro che dovrà svolgere il gruppo di otto cardinali insediato due settimane fa con il compito di consigliarlo su tutto, ma in particolare sulla riforma della Curia. L'organismo si riunirà a ottobre, ma in questi mesi si andranno raccogliendo idee che lo stesso Papa alimenterà con le sue dichiarazioni. Un periodo che sarà utilizzato anche per pesare le resistenze al cambiamento che si registreranno nei Sacri Palazzi. Che la banca vaticana sarà al centro dei lavori lo ha confermato qualche giorno fa il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, nominato coordinatore del gruppo: «Con il Papa affronteremo tanti argomenti, sicuramente anche tutti i temi che riguardano lo Ior, oltre che la Curia, che molti vorrbbero ridimensionare». Sullo Ior, quindi, si va verso una riforma profonda, ma non alla chiusura, che il Papa non vuole. Fonti d'Oltretevere confermano che l'idea di Bergoglio è di ricondurre l'istituzione alla sua missione originale di finanziare e sostenere le opere di religione, facilitando quindi il lavoro di diocesi, congregazioni e opere missionarie. Insomma, dovrà essere ridimensionata tutta quella parte di "banca d'affari" che ha causato parecchi grattacapi alle gerarchie ecclesiastiche, comprese inchieste giudiziarie.
Con l'Italia le acque non sono tranquille, vista la chiusura da parte di Bankitalia del circuito bancomat a fine dicembre gestito da una banca italiana (poi riaperti dentro le mura leonine con un service svizzero) e non ultima la notizia su una presunta richiesta di perquisizione a Ciampino da parte della Guardia di Finanza di un prelato della Segreteria di Stato, mons. Lucchini, e dell'avvocato Michele Briamonte, che aveva opposto un passaporto diplomatico vaticano in quanto consulente Ior (vicenda derubricata dallo stesso Briamonte a normale controllo doganale). Inoltre la Santa Sede sarà sottoposta a dicembre ad un nuovo esame da parte di Moneyval sullo stato di avanzamento delle norme sulla trasparenza, ma prima di allora qualche novità - sia normativa sia nelle cariche nella complessa governance dello Ior, ma forse anche nei dicasteri economici Apsa, Propaganda Fide, Affari Economici e Governatorato - potrebbe arrivare. Nella biografia appena uscita "Francesco Insieme" di Andrea Tornielli (Piemme), si ricorda che sulla ricchezza della Chiesa Bergoglio disse che «una religione necessita di denaro per mantenere le sue opere e se passa per le banche questo non è illecito. Ma va speso per i lebbrosari, per le scuole, per le comunità africane, asiatiche, americane. I poveri sono il tesoro della Chiesa, dobbiamo prendercene cura».
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LA «BANCA» DEL VATICANO
Fondata nel '42
L'Istituto per le Opere di Religione (nella foto la sede), creato nel 1942 da papa Pio XII, ha come scopo «provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo Ior medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità».
La "banca vaticana" è stata spesso al centro delle cronache come sinonimo di procedure finanziarie opache. Da tempo, tuttavia, il Vaticano ha intrapreso la strada della trasparenza finanziaria

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