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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2013 alle ore 08:17.

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Il presidente dimissionario della Giunta regionale lucana, Vito De Filippo (Ansa)Il presidente dimissionario della Giunta regionale lucana, Vito De Filippo (Ansa)

Il presidente dimissionario della Giunta regionale lucana, Vito De Filippo (Pd), è indagato di peculato, nell'inchiesta sui rimborsi illeciti della Procura di Potenza. Con lui sono finiti nel registro delle notizie di reato anche i cinque neo assessori Attilio Martorano, Marcello Pittella, Nicola Benedetto, Luca Braia, Roberto Falotico ed Enrico Mazzeo Cicchetti, tutti di centrosinistra.

Si allarga l'inchiesta dei pm Laura Triassi, Francesco Basentini e Sergio Marotta, che mercoledì ha portato agli arresti domiciliari gli ex assessori Vincenzo Viti (Pd) e Rosa Mastrosimone (Idv) oltre a Nicola Pagliuca, capogruppo in consiglio del Pdl. I tre saranno sottoposti lunedì a interrogatorio di garanzia. La posizione di De Filippo, comunque, risulta leggermente più marginale, riguardando l'acquisto di circa 3mila euro di francobolli che sembra siano rendicontabili. I nuovi assessori, invece, avrebbe ricevuto rimborsi sulla base di documenti fiscali fasulli o manipolati. Di fatto l'indagine di Gdf, polizia e carabinieri avrebbe scoperchiato un sistema ben articolato di appropriazione «illecita di denaro della Regione Basilicata». Rimborsi a consiglieri e assessori per alberghi e viaggi che, secondo un'informativa del 16 novembre 2012 della squadra mobile, ammonterebbero a 500mila euro annui. Di questi, ovviamente, non tutti sarebbero rimborsi illeciti. Ma gli stessi investigatori precisano che «l'Ufficio di presidenza», l'organo preposto alla verifica, «non ha mai provveduto al controllo incrociato delle fatture e/o ricevute prodotte dai Gruppi consiliari con quelli prodotti da ogni singolo consigliere regionale». Una specie di non curanza sulla regolarità delle richieste di rimborso, che è stata sottolineata anche da un dirigente regionale: «Fino al 5 aprile 2012 non ho potuto effettuare alcun controllo incrociato sui rendiconti dei gruppi e dei singoli consiglieri in quanto il regolamento precedente non consentiva un controllo sistematico delle spese dei singoli consiglieri».

Così sono sorti i dubbi sui 500mila euro (annui) elargiti dalla Regione. E nelle oltre 6mila pagine di incartamento giudiziario sono stati individuati sospetti illeciti. Banchetti conviviali per mogli e figli e pernottamenti in hotel con amanti, oltre al soggiorno a Potenza dello scrittore di destra Marcello Veneziani, invitato dai Circoli Nuova Italia (presieduto da Gianni Alemanno) della Basilicata per presentare il suo libro, «Sud».
Risultati «probatori imbarazzanti» che dimostrerebbero lo sperpero di denaro «nell'arco del 2010 e del 2011». Soldi della Regione ottenuti con «documenti» che avrebbero avuto «un grado di fittizietà e falsità spesso totale». Centinaia di documenti fiscali fasulli, «allegati in modo affannoso» dai consiglieri e assessori indagati, «senza alcuna riconducibilità a specifici eventi politici o istituzionali». Tuttavia, annotano i pm nella richiesta di misura cautelare, ci sarebbero dei consiglieri «senza macchia»: Emilia Simonetti e Ernesto Alfonso Navazio «i quali risultano essere stati tra i pochi (se non i soli) ad aver restituito le somme ricevute in eccedenza e non concretamente spese».

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