Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2013 alle ore 08:14.

My24

Due ore di colloquio fitto con Enrico Letta che in mattinata arriva al Quirinale per riferire dei nodi ancora irrisolti. Il punto, racconta il premier incaricato a Giorgio Napolitano, sono i veti incrociati su alcuni nomi – si parla di quello di D'Alema a cui il Pdl risponde con Brunetta o Schifani – che portano a uno stallo totale. Dunque, Letta ha chiesto un aiuto al Colle affinché lavori a un disarmo speculare tra i big di partito anche per favorire un ricambio: giovani ma soprattutto new entry con profili di competenza e senza un curriculum da "ex". Ma l'impasse è pure sulle caselle strategiche da occupare. In primo luogo c'è l'Economia. Come si sa è quella la postazione cruciale non solo per il concentrato di potere che riassume ma perché è sulla scrivania di Quintino Sella che poi si scaricano le tensioni tra partiti. Soprattutto in un governo di larghe intese, soprattutto se i due partiti – Pd e Pdl – su tanti punti hanno linee di indirizzo diverse, come sull'Imu.

Questa è la "casella" che sta più a cuore a Giorgio Napolitano, non solo perché considera il rilancio della crescita la via d'uscita principale dal clima di ostilità dei cittadini verso la politica ma anche perché ritiene irrinunciabile mantenere una sintonia forte con l'Europa, come è stato con il Governo Monti. Del resto le parole sferzanti del ministro tedesco Schauble – che in sostanza ha chiesto a Roma di non scaricare sull'Europa i problemi nazionali – rappresentano perfettamente come i prossimi passi dell'Italia siano nel mirino di Bruxelles e Berlino. È quindi questa la priorità del capo dello Stato: trovare il nome con il profilo più adatto – anche nelle sedi internazionali – per l'Economia.

Tema di cui ha parlato nel faccia a faccia con il Governatore Ignazio Visco: si è partiti da un aggiornamento della situazione economica e finanziaria, da quali scelte e manovre aspettano il prossimo Governo, fino al profilo che può meglio rappresentare il Paese. Sul tavolo, ben chiari sono stati i veti incrociati dei partiti sui vari nomi, anche quel veto di Berlusconi sui Fabrizio Saccomanni giudicato un «tecnico» non adatto alla nuove fase di questo Governo, politico e di larghe intese. Ma i ragionamenti sono stati su quanto invece sia necessario avere ora più che mai in quella postazione una figura «istituzionale» come quella di Saccomanni. Certo il capo dello Stato ha sempre in mente Giuliano Amato: era la sua prima scelta come suo successore al Colle ma che ha anche puntato su di lui come premier del nuovo Esecutivo. Due tentativi respinti dai partiti ma ora il pressing su Amato ritorna.

Ieri Napolitano ha tenuto strettissimi contatti (sembra anche Berlusconi) sulla squadra di governo. Una regia molto vigile per trovare profili utili al Paese anche nella logica del ricambio generazionale. Tra i ministeri, Napolitano presta attenzione a quello della Giustizia e dell'Europa: nel suo entourage liquidano come rumors quelli che parlano di una preferenza su Michele Vietti ma non confermano nemmeno le voci su Luciano Violante nominato dallo stesso capo dello Stato tra i dieci saggi. Quel che sembra molto chiara è la sua stima per il ministro Moavero agli Affari europei che ha quel profilo di esperienza e competenza di cui il Governo deve essere espressione.
Sarò un «fattore di coagulazione», aveva detto e in queste ore sta interpretando questo ruolo tenendo il filo di una tela che i partiti sanno di non poter disfare. Altrimenti si va al voto.

Shopping24

Dai nostri archivi