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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 14:27.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 16:09.

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Luigi Preiti, che è un muratore, aveva deciso due anni fa di lasciare il Piemonte e tornare dai genitori in Calabria, non solo in seguito alla separazione dalla moglie, ma anche a causa della perdita del lavoro, conseguenza della crisi che ha colpito l'edilizia. Lo ha riferito all'Ansa il fratello Arcangelo che ha aggiunto «mio fratello non è uno squilibrato né un terrorista. Si stanno raccontando tante cose non vere».

«I miei genitori quando li ho chiamati - aggiunge l'uomo - non sapevano ancora nulla, sono rimasti sconvolti e non sanno come spiegarsi una cosa del genere. Siamo sconvolti tutti quanti non sappiamo perché è successo, si era separato dalla moglie 3 anni fa e lavorava e viveva qui in Piemonte, poi ha perso anche il lavoro e viveva con i miei giù in Calabria - aggiunge - Non so come si sia procurato la pistola».

«Spero che stia bene - dice ancora il fratello dell'uomo - soprattutto per i miei genitori che sono anche anziani, abbiamo già tanti problemi, ci mancava anche questo. Siamo dispiaciuti per questi carabinieri e chiediamo scusa ai parenti - prosegue Arcangelo Preiti - l'ho visto l'ultima volta ad agosto dell'anno scorso, quando sono andato in ferie, non ho notato nulla di strano in lui».

Una famiglia normale di persone perbene e che hanno sempre lavorato. Così i vicini di casa definiscono la famiglia di Luigi Preiti. Il padre, Angelo, ora pensionato, è stato per 30 anni emigrato in Germania, mentre la madre, Polsina, ha fatto la casalinga.

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