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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 19:44.

La passione per il gioco può costare cara, anzi carissima. Non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto quello familiare. Giocare a carte o alle slot i soldi che si guadagnano può mandare in fumo un matrimonio e costare anche tutte le responsabilità.
Così il Tribunale di Caltanissetta che ha riconosciuto la "colpa" di un marito troppo dedito ai tavoli da gioco e alle macchinette. Già, perché non aveva un'attività lavorativa stabile e nonostante questo quando giocava a carte scommetteva dieci o venti euro a serata, che faceva la spesa al supermercato, pagava le bollette, prestava denaro e comprava i vestiti. Decisamente troppo. Tanto più che alla moglie e alla figlia aveva dovuto provvedere la suocera.
Ragioni che - secondo i giudici del collegio - giustificavano la pronuncia dell'addebito della separazione in considerazione del fatto che non avesse contribuito all'interesse della famiglia. La passione per il gioco lo faceva spesso trattenere al bar vicino casa e a volte si concedeva anche delle puntate alle slot e in sala Bingo.
Un quadro che gli è costata anche l'assegnazione della casa familiare in cui continueranno ad abitare la moglie e la figlia ma anche il mantenimento alla bambina. Almeno non dovrà pagare l'assegno alla moglie che ha già il vantaggio della casa e pur essendo disoccupata ha un'età tale da consentirle di cercare un lavoro o svolgere un'attività che le garantisca un reddito. Magra consolazione visto che la passione per il gioco rischia di avergli portato via tutto il resto.
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