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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2013 alle ore 14:40.

La sparatoria "saluta" la grande coalizione dell'Italia, segnale tragico delle crescenti tensioni provocate dalla crisi. Il sollievo per la formazione del governo di Enrico Letta si mescola all'apprensione. Il giuramento del governo è stato accolto da spari e confusione davanti a Palazzo Chigi, "come se gli italiani avessero bisogno di un'ulteriore prova del costo amaro dell'austerità", scrive il Financial Times, sottolineando come la "grande coalizione" tra sinistra, destra e centristi sia confrontata con il crollo economico interno del Paese. Rilanciare l'economia dopo quasi due anni di recessione sarà "la priorità" per Letta, ricorda Guy Dinmore sul Ft.
Il ministro delle Finanze Fabrizio Saccomanni – continua il Ft - dovrà percorrere un "sentiero stretto" tra l'allentamento del peso fiscale su consumatori e imprese e gli obblighi di bilancio imposti da Bruxelles, che Letta ha detto che l'Europa dovrebbe riesaminare. Le tensioni sull'Imu restano forti: parlando anche al Financial Times, Renato Brunetta, ha detto di essere fiducioso che Letta si impegnerà ad attuare la promessa elettorale di Silvio Berlusconi. "Se no, non daremo il nostro voto di fiducia in Parlamento". Alla domanda su quanto può durare questo "matrimonio forzato", Brunetta ha risposto: "Se questo governo governa può durare cinque anni. Se no, allora meglio le elezioni".
Per Wolfgang Munchau, Enrico Letta deve premere per l'unione bancaria. E ha bisogno di "tutto l'aiuto che può avere". Munchau giudica positivamente il fatto che l'Italia abbia accettato la logica di una grande coalizione, "la sola possibile costellazione che può garantire un governo stabile dopo il voto di febbraio, anche se "non è chiaro quanto potrà durare".
Letta ha già annunciato che la sua priorità sarà di "porre fine all'austerità". La seconda priorità, aggiunge Munchau, dovrebbe essere di mettere a posto le banche. "Finché le piccole imprese pagano tassi d'interesse del 10% alle loro banche ‘zombi' l'economia non può riprendersi". A suo parere la sola soluzione è una vera unione bancaria europea, ma Letta dovrebbe convincere i leader dei cosiddetti Paesi creditori. E questi, secondo Munchau, per accettare un'unione bancaria dovrebbero essere posti di fronte al rischio di una rottura dell'euro. Ironicamente, argomenta l'opinionista, "il solo modo per rendere sostenibile la posizione dell'Italia nell'eurozona è di essere pronta, in linea di principio, a lasciarla".
Quanto alle riforme strutturali, Munchau indica come necessarie la privatizzazione della aziende pubbliche, lo sfoltimento della pubblica amministrazione e la deregulation dei servizi, accompagnata da specifiche riforme del mercati del lavoro.
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