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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 14:39.

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Il senatore del M5S Marino Mastrangeli. (Ansa)Il senatore del M5S Marino Mastrangeli. (Ansa)

L'88,8%, pari a 17.177 voti, ha votato per l'espulsione del senatore M5S Marino Mastrangeli. Lo annuncia sul suo blog Beppe Grillo diffondendo i risultati delle votazioni online sull'espulsione del senatore

«Sta avvenendo un attentato alla democrazia, non so più se sono in Italia o in Corea del nord. Si sta vilipendo l'articolo 21 della costituzione. Mi vogliono espellere illegittimamente. In Italia si possono rilasciare interviste in tv». Così aveva dichiarato Marino Mastrangeli quando ancora era in predicato per essere espulso dal Movimento cinque Stelle ai microfoni del Tgcom24. Oggi dalle 11 e fino alle 17 si è votato sul futuro all'interno del Movimento 5 stelle del senatore Marino Mastrangeli. La consultazione online - sul blog di Beppe Grillo - ha ratificato dunque la sua espulsione dal Movimento per le sue partecipazioni ad alcuni talk show televisivi, fattispecie vietata dal codice del Movimento 5 stelle.

Non sono un senatore, sono un deportato
Intanto, prima di conoscere il verdetto, Mastrangeli ha attaccato su tutta la linea. «Crimi non ha firmato il permesso per la concessione della sala Nassirya, me l'ha proibito. Da oggi non sono un senatore, sono un deportato», ha detto alla stampa il senatore Marino Mastrangeli. «Me l'ha proibita», ha detto prima di trasferirsi nella sala stampa del Senato.

Crimi: nessuna mordacchia
«C'è una proposta di espulsione, ma sarà la Rete a esprimersi, nessuna decisione presa dall'alto. Decideranno gli iscritti, più democratici di così», ha sottolineato invece il capogruppo del Movimento cinque stelle Vito Crimi, parlando con i giornalisti al Senato, prima della votazione. «Mastrangeli - ha aggiunto Crimi - sta facendo un percorso che sta nel nostro regolamento, nessuno ha messo la mordacchia e lui stesso, più volte, ha detto che se l'espulsione fosse giunta dagli iscritti l'avrebbe accettata».

Sarà un referendum per l'abrogazione dell'articolo 21 della Costituzione
«Questo referendum - ha detto Mastrangeli - lo trasformerò in un referendum sull'articolo 21 della costituzione. Chi voterà sì per la mia espulsione voterà per l'abrogazione dell'articolo 21. Ce l'ho con Vito Crimi che ha indetto questa votazione e con i 62 scagnozzi che non sappiamo chi siano perché non c'é un verbale. Il M5s sta involvendo da movimento di democrazia diretta in un qualsiasi partitello di democrazia rappresentativa in cui 62 pensano di comandare tutti gli iscritti».

Per espellermi devono farmi una trasfusione di sangue
«A Grillo voglio dire che ho il M5s nel sangue - ha affermato Mastrangeli prima di conoscere l'esito del referendum -, se mi devono espellere mi devono fare una trasfusione di sangue, si preparassero. Se dovessi uscire fonderei un mio movimento chiamato Minoranza M5s per tutelare gli interessi legittimi della minoranza che c'è all'interno del M5s». Poi l'attacco a Crimi: «è mosso da invidia nei miei confronti perché pensa che io sia di intralcio alla sua carriera politica. Confido nel buonsenso e nella conoscenza della vicenda da parte degli iscritti».

Grillo non mi ha detto nulla
«Beppe Grillo l'ho incontrato alla conferenza stampa che si è svolta a Roma qualche giorno fa e non mi ha detto nulla. Alla 'scampagnata' organizzata dal movimento fuori Roma, ho parlato con Grillo e lui non mi ha detto nulla», ha affermato il senatore del M5S, Marino Mastrangeli.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l'intervista al programma di Barbara D'Urso. La mozione di sfiducia è stata avanzata dal capogruppo 5 stelle al Senato, Crimi, che ha anche lamentato «una scarsa partecipazione alle riunioni» di Mastrangeli. La «sollecitazione» all'espulsione di Mastrangeli, ha sostenuto Crimi, «è arrivata da parte di tutti». Hanno optato per il "cartellino rosso" 62 parlamentari, mentre sono stati 3 gli astenuti e 25 i contrari. Sulle espulsioni il Codice di comportamento prevede un doppio passaggio: dovono essere votate da deputati e senatori stellati e successivamente ratificate dalla Rete. «I parlamentari del M5s riuniti - è infatti scritto nel Codice - senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l'espulsione di un parlamentare del M5s a maggioranza. L'espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza». È stata invece respinta la richiesta di espulsione, avanzata dallo stesso Mastrangeli, per il capogruppo Vito Crimi, accusato di aver partecipato a "Porta a Porta"».

L'ex del movimento
Intanto ottiene sostegno da una ex del Movimento Cinque Stelle. «Ecco a voi la versione digitale del tribunale dell'inquisizione: voto espulsione senatore Marino Mastrangeli», scrive su twitter l'ex grillina Federica Salsi in merito alla votazione via web, sul blog di Beppe Grillo, che ha sancito l'espulsione del senatore Mastrangeli dal movimento.

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