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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 12:21.

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Niente piú dimissioni. Ezio Stefáno, sindaco di Taranto al suo secondo mandato e a capo di una maggioranza di centrosinistra, rimane al suo posto. «Non sarebbe responsabile dimettersi e lasciare ora, in un momento molto particolare per la cittá», ha dichiarato.
Tutto si é consumato a cavallo dell'ultimo week end, annuncio delle dimissioni e loro rientro. Il sindaco, politicamente vicino al governatore della Puglia, Nichi Vendola, aveva infatti annunciato la sua intenzione di dimettersi venerdí scorso dopo aver appreso di essere stato iscritto dalla Procura di Taranto nel registro degli indagati per l'inchiesta sull'inquinamento dell'Ilva. Abuso di ufficio e omissioni di atti d'ufficio: ecco le due ipotesi di reato contestate al sindaco - ex senatore Pci-Ds, ex primario dell'ospedale di Taranto - sulla base di un esposto presentato ai pm dal consigliere comunale Pdl, Aldo Condemi, alle comunali di maggio 2012 sfidante del sindaco. Per Condemi, il sindaco non avrebbe fatto il suo dovere in materia di controlli ambientali sull'Ilva. Stefáno, invece, ha ricordato che l'inchiesta che ha portato al sequestro degli impianti del siderurgico, si sviluppa anche dietro un suo esposto alla Magistratura, di aver emesso delle ordinanze contro l'Ilva poi sospese dal Tar su ricorso dell'azienda, e infine di aver portato l'Ilva a pagare milioni di euro di Ici fatta evadere, negli anni scorsi, dalle amministrazioni comunali precedenti. «Sono tranquillo e ribadisco di essere a disposizione della Magistratura per ogni chiarimento in merito alla mia posizione», ha detto Stefáno.

Ieri mattina il sindaco ha disertato la seduta del Consiglio comunale di Taranto benché delle sue annunciate dimissioni si sia molto parlato in aula. Lontano dal Municipio, Stefáno ha pensato sul da farsi mentre, in parallelo, partiva su di lui un fitto pressing degli alleati ma anche, pare, del governatore Vendola e del sindaco di Bari, Michele Emiliano. Che alla fine lo hanno convinto a desistere giocando su un elemento "forte": il blocco cui sarebbe andata incontro la cittá con un anno di commissariamento, il secondo nel giro di pochi anni. E stavolta le dimissioni del sindaco sarebbero coincise con un momento molto particolare per Taranto, che si trova a vivere la complessa gestione dell'Autorizzazione integrata ambientale per il risanamento dell'Ilva e l'avvio delle prime bonifiche nell'area esterna alla fabbrica. Si dovrebbe infatti partire a giugno dalle scuole del quartiere Tamburi con i progetti predisposti proprio dal Comune. A ció si aggiunga l'utilizzazione di una serie di aree da poco lasciate libere dalla Marina Militare e la chiusura del dissesto finanziario dichiarato anni fa, risolvendo - dopo aver pagato debiti per centinaia di milioni sia pure con la transazione al 50 per cento - quello rimasto con la banca che accordó al Comune un prestito obbligazionario attraverso i Boc per 250 milioni di euro.

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